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6 marzo 2020
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Uno studio dell’Istituto superiore di sanità su 105 deceduti con Covid-2019 evidenzia che l’età media è di 81 anni e con patologie preesistenti in due terzi dei casi. Spiega il comunicato stampa dell’ISS: “L’età media dei pazienti presi in esame è 81 anni, circa 20 anni superiore a quella dei pazienti che hanno contratto l’infezione, e le donne sono 28 (26,7%). La maggior parte dei decessi 42,2% si è avuta nella fascia di età tra 80 e 89 anni, mentre 32,4% erano tra 70 e 79, 8,4% tra 60 e 69, 2,8% tra 50 e 59 e 14,1% sopra i 90 anni. Le donne decedute dopo aver contratto infezione da COVID-2019 hanno un’età più alta rispetto agli uomini (età mediana donne 83,4 – età mediana uomini 79,9). Il numero medio di patologie osservate in questa popolazione è di 3,4 (mediana 3, deviazione standard 2,1). “Anche se preliminari, questi dati confermano le osservazioni fatte fino a questo momento nel resto del mondo sulle caratteristiche principali dei pazienti” commenta il presidente dell’ISS Silvio Brusaferro, “in particolare sul fatto che gli anziani e le persone con patologie preesistenti sono più a rischio. Si tratta di persone molto fragili, che spesso vivono a stretto contatto e che dobbiamo proteggere il più possibile”. Lo studio condotto dall’Istituto Superiore di Sanità appare di grande importanza per future valutazioni del reale impatto di Covid-19 sulla mortalità e della sopravvalutazione dell’epidemia in corso.
SPECIALE COVID-19
Letalità e sottostima degli infetti. Le misure straordinarie di massa attuate dalla Cina hanno portato a un calo del 90% delle nuove infezioni di Covid-19, mentre i casi in Italia e in Iran sono in crescita. Il numero di casi segnalati da ogni Paese dipende sia dal numero di infezioni sia da quante persone vengono sottoposte al test. Al primo marzo, la Corea del Sud aveva fatto il test a più di 100.000 persone, mentre gli Stati Uniti ne aveva eseguiti solo 472. Quindi è ormai chiaro che l’epidemia è molto più diffusa di quanto si pensi a causa dei mancati controlli. In una sua analisi, l’Economist mette in relazione la letalità del virus nei diversi Paesi con il numero dei test eseguiti. Mentre il primo focolaio nella regione dell’Hubei in Cina la letalità registrata è stata elevata a causa dell’impossibilità di usare estensivamente il test, questo non è successo nelle altre regioni della Cina, a Singapore e in Corea del Sud, dove l’uso massivo dei test ha portato rapidamente alla luce i casi e ha fatto registrare un tasso di letalità fra lo 0,5 e l’1%. Negli altri Paesi, Italia compresa, dove i test sono stati utilizzati con più parsimonia, la letalità appare più alta. “I decessi sono più facili da contare delle infezioni” commenta l’Economist. “La spiegazione più probabile di questa lacuna è che per ogni persona diagnosticata in questi Paesi, altri quattro non sanno di essere infetti”. [The Economist]

Letalità e sottostima degli infetti

Infezione economica. Cosa succede quando l’infodemia infetta la finanza? Il coronavirus è calato sui mercati internazionali come un cigno nero, il classico evento esterno non previsto dagli addetti ai lavori e forse troppo sottovalutato fino a oggi causa eccessivo ottimismo circa la capacità del sistema economico di affrontare l’emergenza coronavirus. Saranno gli eventuali shock di domanda guidati dai consumatori e fenomeni di panic selling guidati dagli investitori a dettare le regole del gioco. Commenta l’analista finanziaria Chiara Scavone: “Mentre l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) prevede un’economia mondiale a rischio e una crescita globale in rallentamento al 2,4% nel 2020 rispetto al 2,9% stimato a Novembre 2019, la Banca centrale americana, la Federal reserve, è corsa ai ripari annunciando un ulteriore taglio dei tassi d’interesse dello 0,5%; un palliativo per garantire stabilità ai mercati finanziari condiviso anche dalla Banca del Giappone e dalla Banca d’Inghilterra. […] Stando alle simulazioni basate su modelli econometrici di equilibrio economico generale elaborate nel 2011 da George Verikios su due ipotesi antitetiche (primo caso di elevata contagiosità e bassa letalità e secondo caso di bassa contagiosità ed elevata letalità), fermo restando la forte contrazione del PIL nel secondo e terzo trimestre successivi allo scoppio della pandemia, gli scenari che potrebbero presentarsi sono i seguenti: (1) impatto sul PIL globale del 3,3% e sul commercio e occupazione internazionale del 5% in media nel primo anno in caso di elevata contagiosità del virus (scenario attualmente più probabile stando agli ultimi dati diffusi); (2) impatto sul PIL globale dello 0,3% e doppio sul commercio e occupazione internazionale in media nel primo anno in caso di bassa contagiosità del virus”. [Scienza in rete; Chiara Scavone]

Interventi di contenimento e chiusura scuole decisi per l’epidemia di Spagnola negli Stati Uniti. Mentre gli Stati Uniti preparano (un po’ in ritardo) i piani pandemici uno studio sulla Spagnola del 1918-19 mostra quanto siano stati importanti interventi quali la chiusura delle scuole e il divieto di pubbliche riunioni per attenuare l’impatto della pandemia del secolo in America. [JAMA]

Coronavirus e cervello. Prove sempre più evidenti dimostrerebbero che i coronavirus non sono sempre confinati alle vie respiratorie e che possono anche invadere il sistema nervoso centrale inducendo disturbi neurologici, in parte responsabili anche di alcune crisi respiratorie tipiche dei pazienti gravi di Covid-19. Lo ipotizzano ricercatori cinesi e giapponesi. [Journal of Medical Virology]

La pulizia negli ospedali è fondamentale per prevenire casi di origine nosocomiale. I coronavirus sono stati implicati in focolai di origine ospedaliera. Tuttavia, le modalità di trasmissione e l'entità della contaminazione ambientale non sono ben note. Un gruppo di ricercatori di Singapore ha pertanto studiato le possibili vie di contaminazione ambientale in locali ospedalieri che hanno ospitato alcuni pazienti positivi a SARS-CoV-2. I risultati mostrano come campioni della tazza del bagno e del lavandino sono risultati positivi, suggerendo che la dispersione virale nelle feci potrebbe essere una potenziale via di trasmissione. Dopo corrette procedure di pulizia, i campioni sono però risultati negativi, mostrando che le misure di decontaminazione standard sono sufficienti. I campioni d'aria nelle stanze erano negativi nonostante l'entità della contaminazione ambientale. I tamponi prelevati dalle uscite di scarico dell'aria sono risultati positivi, suggerendo che piccole goccioline cariche di virus possono essere spostate dai flussi d'aria e depositate su apparecchiature come gli sfiati. Il rischio di trasmissione da calzature contaminate è probabilmente basso, come dimostrato da risultati negativi nell'anticamera e nel corridoio. [JAMA]

Coronavirus dal dentista? Come gli altri operatori sanitari, anche i dentisti sono esposti al contagio da Coronavirus. Per questo specialisti cinesi fanno il punto e dettano le linee guida di speciali precauzioni che i dentisti dovrebbero prendere con i loro pazienti. [International Journal of Oral Science]

Cosa ci insegna l’analisi dei Big Data della letteratura scientifica. Continua lo studio della letteratura scientifica da parte di Scienza in rete dedicata all’epidemia per mostrare la crescita del numero di articoli nei diversi Paesi, la collaborazione fra autori di diverse nazioni, la prevalenza dei temi trattati dalle pubblicazioni, e la loro influenza sulla rete utilizzando il parametro Altmetric. [Scienza in rete; Sergio Cima]

Per buone mappe servono buoni numeri. Le mappe sono diventate uno degli oggetti web più consultati. Tra le tante segnaliamo la mappa dell’Organizzazione mondiale della sanità che fa parte del più ampio progetto di visualizzazione di tutte le emergenze sanitarie. Spesso però le mappe sembrano impostate per un uso ricreativo e non strategico: forniscono dati troppo aggregati e aggiornati in ritardo mentre con un dettaglio maggiore potrebbero veicolare informazioni utili sia per comprendere meglio il fenomeno sia per modificare i comportamenti. Però alcuni servizi sanitari si stanno muovendo. ESRI che produce sistemi software GIS e applicazioni per la gestione di basi di dati geolocalizzate, sta collaborando con i sistema sanitari, soprattutto asiatici per offrire mappe più dense di informazioni. Una delle mappe con la migliore risoluzione dati è quella creata per la città stato di Singapore sulla base dei dati molto accurati diffusi dal locale Ministero della salute. Quello che manca per elaborare buone mappe sono buoni numeri: purtroppo né in Italia né nei maggiori paesi europei ci sono casi virtuosi. Il rilascio dei dati (sempre in forma aggregata) avviene tramite tabelle in formato html, comunicati stampa pubblicati in pdf o peggio scansioni di documenti. Segnaliamo l’iniziativa di onData, associazione che si batte per il rilascio di dati in formato aperto da parte della pubblica amministrazione: tramite un certosino lavoro di scraping i volontari dell’associazione hanno creato un repository in modalità machine readable. La richiesta è che al più presto siano Ministero della Sanità e a Protezione Civile a “produrre - oltre a questi necessari file PDF pensati per fare la dovuta e utile rassegna stampa - dei file e/o dei servizi in formato machine readable, con licenza aperta, certificati, completi, il più possibile disaggregati, aggiornati e con lo storico dei dati nel tempo.”

Matematica e salute. Dove c’è una grande massa di dati apparentemente caotici e disomogenei lì è il regno della fisica e della matematica. In questo giorni fioriscono modelli, più o meno naive, per comprendere e anticipare l’evoluzione dell’epidemia, calcolare letalità, mortalità, soglia di saturazione del sistema sanitario. Si può apprezzare la lungimiranza di alcuni paesi che hanno da tempo creato istituti autonomi, in cui competenze mediche epidemiologiche, fisiche e matematiche si fondono con l’obiettivo di dominare questa area di studi. Tra le esperienze più interessanti il Centre for the mathematical modelling of infectious diseases (della London School of Hygene & Tropical Medicine) che ha una sezione dedicata a COVID-19 e una webapp di simulazione per il conteggio dei casi a partire dalla morti. [CMMID]

Il virus e la sua geneaologia. Enrico Bucci, usando il servizio online Nextstrain che rende disponibile online le sequenze di oltre 100 isolati di SARS-CoV, ha spiegato come sia stato possibile rintracciare l’antenato del virus isolato in Lombardia: “un comune antenato non più tardi di metà gennaio; inoltre, si sono separati dal virus che ha infettato un paziente tedesco (colui che ha portato il virus in Baviera) intorno al 9 gennaio.” [Cattiviscienziati.com]

Mutazioni coronavirus

Quattro punti da tenere a mente su Covid. Quattro punti, riguardanti l'epidemia di SARS-CoV-2, su cui non si è sufficientemente insistito. (1) Non è vero, come si continua ossessivamente a dichiarare, che al momento non esistono composti in grado di ostacolare SARS-CoV-2. (2) Giorno dopo giorno si continua a dichiarare che, qui in Italia, il numero dei guariti supera quello degli ammalati ancora ospedalizzati. Ma ciò che andrebbe detto con più chiarezza è che questa è una malattia che guarisce nella quasi totalità dei casi! (3) Quando è iniziato il “dramma” Covid-19 in Italia? È verosimile che le polmoniti anomale registrate tra fine dicembre e inizio gennaio in un ospedale di Piacenza siano state causate dal coronavirus; il quale, prima della fine di dicembre, vale a dire in tempi pre-allarme, era quindi già attivo in Italia. Da allora ha cominciato a manifestare un incremento notevole di casi di tipo esponenziale. 4. Il rischio personale di avere conseguenze serie per l’infezione virale rimane basso. Il rischio a livello di organizzazione del sistema sanitario, tuttavia, è pari al rischio individuale moltiplicato da 60 milioni e passa di italiani. Di conseguenza, possiamo essere certi che le strutture sanitarie, soprattutto nelle regioni più colpite e soprattutto per quel che riguarda la terapia intensiva, saranno messe duramente alla prova. [Scienza in rete; Enrico Bucci, Ernesto Carafoli]

Non dimentichiamo la lezione della pandemia influenzale del 2009. Non siamo proprio degli sprovveduti nell'affrontare emergenze come quella di COVID-19. A patto, però, di non cancellare quanto già fatto in passato, e in particolare quanto messo a punto con la pandemia influenzale del 2009. L’editoriale di Stefania Salmaso, già direttore del centro di Epidemiologia dell’Istituto Superiore di Sanità. [Scienza in rete; Stefania Salmaso]
PLANET INTELLIGENCE
La piaga delle Locuste. Nel mondo c'è un'altra grave situazione che potremmo definire "epidemica": l'invasione delle locuste nel Corno d'Africa. Come scrive Laura Scillitani in un approfondito report: “La situazione è altamente critica in Kenia, Somalia ed Etiopia, dove le locuste si stanno riproducendo, e si stanno quindi formando nuovi sciami. Se non saranno trovate e distrutte, le uova si schiuderanno tra marzo e aprile, in corrispondenza della stagione delle piogge e soprattutto con quella dei raccolti. Le previsioni non sono incoraggianti, perché si prevede una moltiplicazione di 400 volte il numero delle locuste attuale, che per l’estate potrebbero espandersi a est verso l’India e a ovest in Sudan. Il costo stimato dalla FAO per intervenire in modo rapido e arrestare la formazione degli sciami è di 138 milioni di dollari. Ad oggi, ne sono stati raccolti 52; l’Unione Europea ha donato 11 milioni, la Germania 17. Secondo la classificazione ufficiale della sicurezza alimentare, nelle zone interessate dall’infestazione ci sono già 20,2 milioni di persone che in questo momento stanno affrontando una fase acuta di grave insicurezza alimentare, che rappresenta il gradino precedente alla crisi umanitaria. Se le locuste si diffonderanno e distruggeranno i campi prima della raccolta, la situazione può degenerare. Il Corno d’Africa è già colpito da siccità, inondazioni e conflitti locali". [Scienza in rete; Laura Scillitani]

La piaga del clima. Nature pubblica uno studio che mostra come la foresta pluviale amazzonica assorba ogni anno meno carbonio atmosferico. Il preoccupante trend è documentabile almeno a partire dall'inizio degli anni Novanta (e per le foreste africane il fenomeno è osservabile dal 2015). Secondo i ricercatori, questa minore capacità di assorbire carbonio è dovuta al semplice fatto che gli alberi stanno morendo più rapidamente a causa dell’aumento medio di temperatura. Senza radicali misure di mitigazione del cambiamento climatico il fenomeno non potrà che accentuarsi, portando - negli scenari prefigurati dallo studio - all’azzeramento della riserva di carbonio della foresta Amazzonica entro il 2035, con effetti devastanti su clima, ambiente e salute. [Nature]

La piaga delle infezioni nella salute planetaria. L’emergenza delle malattie infettive, resa così evidente dall’epidemia attuale, la pandemia silenziosa delle malattie da inquinamento e i legami complessi che le legano, non sono sufficientemente considerati nella pianificazione di un futuro sostenibile. Senza un approccio integrato per mitigare le conseguenze dell'emergenza del cambiamento ambientale, le capacità dei paesi di raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goal) saranno compromesse. Per questo è importante adottare una prospettiva One Health, ribadire la centralità del Sistema sanitario pubblico, imparare a gestire l'incertezza, e ridare dignità alla prevenzione.[Scienza in rete; Fabrizio Bianchi, Paolo Lauriola]
LIBRI
Un e-book scritto da medici che fa il punto su Covid-19. È uscito l'ebook su Covid-19 di Zadig, scritto dai medici Maria Rosa Valetto e Donatella Sghedoni, la farmacista Nicoletta Scarpa e coordinato dal medico infettivologo Pietro Dri. È per tutti, ma anche utile a medici, infermieri e operatori sanitari. Aggiornato alle ultime prove scientifiche, tratta l'epidemiologia, la trasmissione, la clinica, la prevenzione. [Zadig]

Rileggere Spillover. Il capolavoro di David Quammen è stato pubblicato nel 2012, ma resta una lettura profondamente attuale. Soprattutto in questo periodo di epidemia da SARS-CoV-2. Da dove vengono i virus, e con quali meccanismi e azioni contribuiamo allo spillover dagli animali selvatici? E quali sono le prospettive per il futuro? [Scienza in rete; Valeria Esposito]

Sette secoli di medicina a Padova. Oltre trenta personaggi che, passando dall'Università di Padova e nel corso di sette secoli, hanno fatto la medicina. Le loro storia sono raccontate in "Medici rivoluzionari", edito da Padova University Press e curato dalla redazione de Il Bo live. [Scienza in rete; Cristiana Pulcinelli]
TEMPI MODERNI
Bot e virus a braccetto. I cacciatori di Bot (Bot sta per robot, programmi che nella rete si confondono con gli umani e generano contenuti sui social) come Botsentinel rilevano una grande attività intorno all’informazione sull’epidemia in corso. Una produzione crescente di fake news ad ampio spettro che soddisfa l’enorme richiesta di informazione: si trovano teorie complottiste sull’origine del virus, si promuovono tesi più o meno razziste, si diffonde panico con falsi dati su mortalità o false speranze attraverso posto su cure e vaccini. Si crea un clima di panico e confusione che probabilmente interferisce con la diffusione del virus: come noto dai risultati del progetto TellMe, gli epidemiologi, per formulare le loro predizione, dovranno tener conto oltre che degli agenti biologici anche di quelli informatici. [Inverse.com]
RICERCA
Cina e Italia insieme sulla Luna. Il nostro satellite ha una faccia nascosta, difficile da studiare e quindi per molti aspetti a noi ignota. Ma alle lacune sta ponendo egregiamente rimedio la missione cinese Chang’e 4, con il suo rover Yutu 2 (nome significa “Coniglio di giada” e ricorda il mitologico coniglio che nelle tradizioni orientali abiterebbe sulla Luna), che, in uno studio recentemente pubblicato su Science Advances, ha permesso di determinare la stratigrafia del sottosuolo lunare. Con il contributo di ricercatori italiani. [Scienza in rete; Claudio Elidoro]

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