Uno dei dati fondamentali in cui ci si imbatte in cosmologia è la costante di Hubble, una grandezza che descrive il ritmo di espansione dell'universo. I valori più accurati provengono da studi sulle supernovae più distanti e sulla radiazione cosmica di fondo, ma alcuni ricercatori hanno trovato una tecnica tutta nuova che sfrutta le lenti gravitazionali.
Una lente gravitazionale è un oggetto molto massiccio - per esempio una galassia con tutto il suo contorno di materia oscura - che fa sentire la sua azione gravitazionale sulla luce che le passa accanto deformandone il cammino. Il team di astronomi coordinati da Sherry Suyu (Università di Bonn) ha utilizzato le osservazioni del telescopio spaziale Hubble per calcolare l'esatta distanza di una galassia di fondo cielo deformata dalla lente gravitazionale B1608+656. Un dato che, conoscendo la velocità con cui quella galassia si sta allontanando, ci permette di calcolare la costante di Hubble.
In pratica i ricercatori sono riusciti a determinare il ritardo tra i fotoni che, partiti nello stesso momento dalla galassia di fondo cielo, sono stati obbligati dalla lente gravitazionale a percorrere strade differenti. Da questo ritardo sono risaliti alla distanza della galassia e, di conseguenza, al valore della costante di Hubble.
Lo studio, pubblicato su Astrophysical Journal, ha fornito risultati talmente accurati che altri gruppi stanno già lavorando per estendere e applicare la tecnica anche con altre lenti gravitazionali.
