Grazie alla tecnica del microlensing gravitazionale è stata individuata nell'ammasso globulare M22 una stella con massa circa un quinto di quella del Sole, una scoperta che potrebbe addirittura mettere in discussione l'enigmatica materia oscura.
La teoria della Relatività suggerisce che se la luce passa accanto a una massa il suo percorso viene deviato. Oltre alle ben note immagini fantasma cosmologiche (anelli di Einstein e simili), in alcune circostanze si assiste allo stesso effetto provocato da una vera e propria lente. Il fenomeno, noto come microlensing gravitazionale, è ormai parte integrante del bagaglio osservativo degli astronomi.
Nell'agosto 2000 alcuni astronomi che
stavano osservando una stella del bulge galattico avevano
registrato un insolito aumento della sua luminosità. Poiché la
stella era quasi allineata con l'ammasso globulare M22 hanno pensato
all'azione gravitazionale di una stella dell'ammasso.
Dettagliate osservazioni e accurate
analisi del fenomeno hanno permesso di determinare che ci si trovava
dinanzi a un episodio di microlensing. Pawel Pietrukowicz
(Osservatorio dell'Università di Varsavia) e collaboratori hanno
scoperto – lo studio è stato pubblicato su Astrophysical
Journal Letters – che la sorgente luminosa è effettivamente
una stella del bulge galattico, ma lungo il suo cammino verso
di noi la sua luce si è imbattuta in una stella dell'ammasso
globulare che si è comportata da lente. L'analisi dei dati ha
permesso di determinare la massa della lente, risultata di circa 0,18
masse solari. Una stella davvero molto piccola, dunque, impossibile
da individuare con le attuali strumentazioni astronomiche.
E' la prima volta in assoluto che una stella così piccola viene individuata in un ammasso globulare e questa scoperta potrebbe innescare conseguenze davvero notevoli. Finora, infatti, la popolazione di stelle così piccole era stata completamente sottovalutata e per spiegare la massa complessiva di quei raggruppamenti stellari si ricorreva alla materia oscura. Questa insignificante stellina potrebbe dunque costringere i teorici a rivedere al ribasso la quantità di materia oscura degli ammassi globulari.
