Pronti a partire, ma con il timore di rovinarsi il viaggio a causa del mal di mare? Per sopportare meglio il malessere provocato dal movimento di una nave, dell’auto o dell’aereo, si può provare a concentrarsi su come si respira. L’avevano già scoperto alcuni marinai durante la Seconda guerra mondiale ma ora i ricercatori dell’Imperial College di Londra hanno dato una base scientifica alle loro osservazioni, mettendo alla prova 26 volontari su un simulatore di volo che li faceva sobbalzare e dondolare: se invece di seguire col respiro i movimenti oscillatori, i partecipanti respiravano più rapidamente o lentamente, espirando invece di inspirare durante le spinte all’indietro, la loro resistenza senza stare male aumentava del 50 per cento. Effetto probabilmente dei sensori addominali, su cui agisce la pressione del diaframma, sensori da poco scoperti accanto a quelli fondamentali dell’orecchio interno.
Si controlla col respiro
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Alimentazione sostenibile: imparare dalla preistoria

Il progetto Onfoods in prehistory ha voluto comprendere e ricostruire l’eredità di una agricoltura sostenibile nata nella preistoria, migliaia di anni, fa e in grado oggi di rappresentare un modello di riferimento. E lo ha fatto con particolare attenzione alla condivisione di questi valori con un pubblico più ampio possibile, sottolineando quanto si può imparare dalla ricerca archeologica e dalle comunità dell’età del Bronzo in termini di alimentazione sostenibile. Ce ne parla il gruppo di ricerca che ha portato avanti il progetto.
Nell'immagine: attività di archeologia sperimentale dimostrativa con cottura di una zuppa di lenticchie e una di roveja, con ceramiche riprodotte sperimentalmente sulla base dei reperti ceramici del villaggio dell’età del Bronzo di Via Ordiere a Solarolo (RA).
Pluridecennali ricerche sul campo, condotte da Maurizio Cattani, docente di Preistoria e Protostoria dell’Università di Bologna, e dal suo team, hanno permesso di riconoscere nell’Età del Bronzo il momento in cui si è definito un profondo legame tra la conoscenza del territorio e la sostenibilità della gestione delle sue risorse. Questa caratteristica ha infatti consentito alle comunità dell’epoca di prosperare, dando vita a villaggi sempre più stabili e duraturi nel corso del tempo.