Non è proprio una breaking news, la vicenda narrata dal figlio del protagonista sul numero di Natale del British Medical Journal: l’evento risale infatti all’aprile del 1961, ma è interessante perché sembra sia il primo caso noto di un chirurgo che si è rimosso da solo l’appendice, senza l’ausilio di nessun altro medico o infermiere. D’altra parte il ventisettenne Leonid Ivanovich Rogozov, giovane laureato di Leningrado, non aveva molta scelta: o tentare o lasciarsi morire di peritonite. Si trovava infatti, unico medico della spedizione, in una base polare dell’Antartide, appena all’inizio del lungo inverno australe, che avrebbe impedito per mesi ogni possibilità di soccorso. Il chirurgo non volle dare pubblicità al fatto, testimoniato comunque dalle fotografie prese dai compagni, e una volta rientrato in patria proseguì la sua carriera accademica e di chirurgo presso il Primo Istituto medico di Leningrado, dove morì il 21 settembre 2000.
Quando necessità fa virtù
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Chirurgia
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Numeri che sostituiscono le idee: come la bibliometria sta cambiando la scienza

Tra colossi editoriali e riviste predatorie, le metriche ridefiniscono carriere e conoscenza trasformando la scienza in una macchina produttiva. La riflessione di Gilberto Corbellini, cui risponde qui Rocco De Nicola.
«La scienza è diventata un gioco in cui si pubblica e si fa carriera, non un modo per cercare la verità. Le riviste e le metriche stanno distruggendo la scienza», Sydney Brenner, 2017.
«Non avrei mai fatto carriera in un sistema che richiede continuamente pubblicazioni. Il mio lavoro fondamentale non sarebbe stato possibile con l’attuale cultura dei paper», Peter Higgs, 2013.
«L’impact factor ha invaso la biologia come un virus. È una metrica tossica», Bruce Albert in un editoriale su Science, 2013.