Il 12 maggio si è tenuto presso l'Università di Bressanone un seminario dedicato alla Conferenza Rio+20 che si svolgerà dal 16 al 22 giugno a Rio de Janeiro. All'incontro intitolato “Rio+20: lentius, profondius, suavius” e organizzato dalla Fondazione Alexander Langer, sono intervenute persone che avevano partecipato al Global Forum di Rio 1992 e che hanno visto evolvere con occhi interessati la politica ambientale negli ultimi venti anni.
Nel corso del seminario è intervenuto anche Paulo Pereira Lima, giornalista brasiliano che ha fatto dei ragazzi l'obiettivo del suo lavoro. Direttore della rivista Viraçao a una nostra domanda sul ruolo attivo della cittadinanza ai lavori di Rio+20 ha risposto così: “È un cambiamento epocale dovuto anche al ruolo di Internet nel mobilitare le persone. E i giovani si sono appropriati di queste nuove tecnologie della comunicazione dell'informazione. Sono loro che stanno promuovendo un nuovo modo di mobilitarsi in vista di Rio+20 per fare pressing sui politici.” Il lavoro fatto da Lima è proprio questo: permettere ai giovani di avere spazio dove prima non avevano voce in capitolo. La rivista Viraçao è stata fondata nel 2003 da Lima che la dirige fin dal primo numero. Essa riceve finanziamenti dall'Unesco, dall'Unicef e dall'Agenzia delle Notizie dei Diritti dell'Infanzia (ANDI) e i suoi obiettivi sono lo sviluppo dell'educazione e della comunicazione tra i giovani, quella che Paulo Lima definisce edu-comunicazione. Attraverso un processo comunicativo che si avvale delle campagne ambientali e civiche portate avanti da Rio+Twenties e Rio+You, la rivista si dedica allo sviluppo di una piattaforma comunicativa ed educativa totalmente basata sui giovani. Il mensile è partecipativo e l'apporto dato dai ragazzi è determinante lungo tutto il processo creativo e produttivo. Gli strumenti usati da Lima nel suo lavoro hanno una finalità partecipativa per incoraggiare la produzione e il circolo di idee nate direttamente da chi non è ancora maggiorenne.
Tra gli altri progetti in vista della Conferenza, figura anche la creazione di un'agenzia di stampa fatta solo da ragazzi che segua in loco Rio+20 e che dia il loro punto di vista su temi che li riguardano in prima persona. Tutti i suoi sforzi sono rivolti a questo, dare voce ai giovani cui lasceremo il pianeta. Ecco un breve estratto dell'intervista da cui emerge la bussola che guida il suo lavoro: “la comunicazione è un diritto umano, ogni ragazzo ha il diritto di essere ascoltato e di avere i mezzi e delle politiche pubbliche affinché le sue parole, le sue idee trovino spazio nella società.” Semplice e chiaro.
