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Parte Noviscienza

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Ha preso oggi il via la manifestazione scientifica Noviscienza, sostenuta dal Festival della Scienza di Genova e dal gruppo ACOS, che si protrarrà fino a domenica 23 settembre. Ad aprire questa manifestazione, la prima organizzata dal comune di Novi Ligure (AL), due personalità di spicco del panorama scientifico e divulgativo italiano: Manuela Arata, dirigente dell’Ufficio Promozione e Sviluppo di Collaborazioni del CNR nonché presidente e fondatrice del Festival della Scienza, e Telmo Pievani, professore associato di Filosofia della Scienza presso l’Università Bicocca di Milano, che del Festival è coordinatore scientifico.

Nella suggestiva cornice del Museo dei Campionissimi di Novi, i due relatori hanno illustrato a una platea composta prevalentemente da studenti delle superiori, l’importanza della scienza nella società odierna. In particolare, Manuela Arata ha ricordato che la “public awareness of science” è un elemento necessario per il buon funzionamento della democrazia, poiché rende i cittadini informati e, di conseguenza, in grado di esprimersi riguardo a tutti quei temi – cambiamento climatico, alta velocità, eutanasia, fecondazione assistita, smaltimento dei rifiuti – che riguardano da vicino la vita di tutti i giorni e nei quali la componente scientifica è quanto mai preponderante. Telmo Pievani si è invece soffermato su quelle caratteristiche che rendono l’impresa scientifica unica fra le discipline che si occupano di conoscenza: la sua capacità di autoinnovarsi, non solo trovando risposte ai grandi quesiti ma anche generando sempre nuove domande, impensabili fino a poco tempo prima; il suo essere impresa collettiva, dove diversi individui contribuiscono al progredire delle conoscenze; la possibilità, intrinseca nelle sue dinamiche interne, che offre ai giovani talentuosi di sfidare i loro stessi maestri, integrando e migliorando le loro teorie e scoperte.

La conferenza inaugurale si è quindi conclusa con un invito ai giovani a dedicarsi allo studio della scienza, in modo da essere pronti a confrontarsi con i giovani talentuosi provenienti da tutti quei paesi dove l’istruzione e la cultura scientifica sono riconosciute come tasselli fondamentali per lo sviluppo e la crescita.


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Nell'immagine: attività di archeologia sperimentale dimostrativa con cottura di una zuppa di lenticchie e una di roveja, con ceramiche riprodotte sperimentalmente sulla base dei reperti ceramici del villaggio dell’età del Bronzo di Via Ordiere a Solarolo (RA).

Pluridecennali ricerche sul campo, condotte da Maurizio Cattani, docente di Preistoria e Protostoria dell’Università di Bologna, e dal suo team, hanno permesso di riconoscere nell’Età del Bronzo il momento in cui si è definito un profondo legame tra la conoscenza del territorio e la sostenibilità della gestione delle sue risorse. Questa caratteristica ha infatti consentito alle comunità dell’epoca di prosperare, dando vita a villaggi sempre più stabili e duraturi nel corso del tempo.