Molti degli esperti interpellati dalla commissione parlamentare britannica su scienza e tecnologia hanno definito non solo immotivata, ma addirittura non etica, la distribuzione di prodotti omeopatici da parte del servizio sanitario nazionale. La consultazione è stata chiesta nell’ambito di un’inchiesta sulle prove scientifiche che giustificano le politiche del governo. Secondo James Thallon, direttore medico del National Health Service del Kent Occidentale, prescrivere rimedi di cui non è dimostrata l’efficacia clinica significa essere disonesti nei confronti del malato. Ed Edzard Ernst, direttore del Complementary Medicine Group alla Peninsula Medical School di Exeter, ha ribadito: «Se il sistema sanitario nazionale si basa sui criteri della medicina basata sulle prove, le prove in questo caso non ci sono». Di tutt’altro parere ovviamente Robert Wilson, presidente della British Association of Homeopathic Manufacturers, per il quale, se la gente continua a comprare i prodotti omeopatici, è perché funzionano. «Nel sistema sanitario nazionale bisogna stabilire delle priorità» ha concluso Thallon. «I soldi destinati a questi prodotti andrebbero indirizzati in altri settori di provata efficacia».
Non è etico che la passi lo Stato
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Alimentazione sostenibile: imparare dalla preistoria

Il progetto Onfoods in prehistory ha voluto comprendere e ricostruire l’eredità di una agricoltura sostenibile nata nella preistoria, migliaia di anni, fa e in grado oggi di rappresentare un modello di riferimento. E lo ha fatto con particolare attenzione alla condivisione di questi valori con un pubblico più ampio possibile, sottolineando quanto si può imparare dalla ricerca archeologica e dalle comunità dell’età del Bronzo in termini di alimentazione sostenibile. Ce ne parla il gruppo di ricerca che ha portato avanti il progetto.
Nell'immagine: attività di archeologia sperimentale dimostrativa con cottura di una zuppa di lenticchie e una di roveja, con ceramiche riprodotte sperimentalmente sulla base dei reperti ceramici del villaggio dell’età del Bronzo di Via Ordiere a Solarolo (RA).
Pluridecennali ricerche sul campo, condotte da Maurizio Cattani, docente di Preistoria e Protostoria dell’Università di Bologna, e dal suo team, hanno permesso di riconoscere nell’Età del Bronzo il momento in cui si è definito un profondo legame tra la conoscenza del territorio e la sostenibilità della gestione delle sue risorse. Questa caratteristica ha infatti consentito alle comunità dell’epoca di prosperare, dando vita a villaggi sempre più stabili e duraturi nel corso del tempo.