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Malanni e parenti del faraone

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Una ricerca pubblicata su JAMA toglie un po’ di mistero alla figura di Tutankhamon, dimostrando che aveva patologie ossee e aveva sofferto di malaria, una malattia che potrebbe essere stata causa della sua morte prematura, a soli 19 anni. Nel corso degli anni sono state avanzate molte teorie sulle cause del decesso e sull’aspetto del giovane faraone. Dall’analisi delle sue raffigurazioni era stato ipotizzato che fosse portatore di una sindrome di Marfan o soffrisse di ginecomastia: «Niente di tutto questo» hanno escluso gli autori dello studio, a cui hanno partecipato anche ricercatori di Bolzano. E’ possibile che l’aspetto effeminato delle immagini dipendesse da una scelta stilistica che voleva idealizzare la figura del sovrano. «Abbiamo invece trovato geni come STEVOR, AMA1, o MSP1, tipici di Plasmodium falciparum, oltre ai segni della malattia di Kohler di tipo II, un’osteocondrosi che però di per sé non poteva essere responsabile della morte».

Anomalie ossee sono state riscontrate anche in altre mummie, la cui identificazione era sconosciuta o dubbia, e che oggi hanno finalmente un nome: dall’esame del DNA, del gruppo sanguigno e delle caratteristiche radiologiche e antropologiche dei resti, gli scienziati hanno potuto individuare o confermare quali appartengono con ogni probabilità ad Akhenaton, padre di Tutamnkhamon, alla madre e alla nonna paterna.

JAMA 2010; 303: 638

Autori: 
Sezioni: 
Egittologia

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Nell'immagine: attività di archeologia sperimentale dimostrativa con cottura di una zuppa di lenticchie e una di roveja, con ceramiche riprodotte sperimentalmente sulla base dei reperti ceramici del villaggio dell’età del Bronzo di Via Ordiere a Solarolo (RA).

Pluridecennali ricerche sul campo, condotte da Maurizio Cattani, docente di Preistoria e Protostoria dell’Università di Bologna, e dal suo team, hanno permesso di riconoscere nell’Età del Bronzo il momento in cui si è definito un profondo legame tra la conoscenza del territorio e la sostenibilità della gestione delle sue risorse. Questa caratteristica ha infatti consentito alle comunità dell’epoca di prosperare, dando vita a villaggi sempre più stabili e duraturi nel corso del tempo.