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Lebbra anche dagli armadilli

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E’ finalmente svelato il mistero di come fanno a prendere la lebbra quella cinquantina di americani che ogni anno si ammalano anche senza aver mai viaggiato in zone endemiche come l’India, il Brasile, l’Africa, le Filippine o altre isole del Pacifico occidentale. I ricercatori del National Hansen’s Disease Program hanno infatti rivelato sul New England Journal of Medicine che l’analisi delle sequenze geniche dei Mycobacterium leprae isolati negli Stati Uniti non lascia dubbi: un caso su tre di quelli che insorgono negli Stati Uniti dipende da un contatto con gli armadilli che, soprattutto negli Stati del Sud, come Texas e Louisiana, c’è chi caccia, spella e mangia. E’ la prima dimostrazione di un’origine zoonotica della malattia, a sua volta portata probabilmente agli armadilli dai conquistadores al seguito di Cristoforo Colombo.

Al di là di tutto, il dato è comunque importante soprattutto ai fini della diagnosi: il fatto di non aver mai varcato i confini non sarà più una ragione per escludere la patologia, che nel mondo colpisce ancora ogni anno 250.000 persone. Davanti a sintomi sospetti i medici dovranno quindi indagare anche su queste eventuali strane abitudine alimentari, a meno che la diffusione della notizia, che ha avuto grande rilievo sui media d’oltreoceano, spinga questi originali buongustai a cambiare menu.

 

New England Journal of Medicine 2011; 364:1626-1633

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Zoonosi

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La Valle dei dinosauri ritrovata nel Parco dello Stelvio

parete di roccia

Nel cuore delle Alpi, a 2500 metri di quota, si conserva la memoria di un mondo perduto. Pareti quasi verticali di Dolomia Principale, un tipo di roccia sedimentaria, custodiscono migliaia di impronte lasciate 210 milioni di anni fa da dinosauri erbivori che camminavano lungo le rive di un mare tropicale ormai scomparso. Una scoperta eccezionale, avvenuta nel Parco Nazionale dello Stelvio, che apre una finestra senza precedenti sul Triassico europeo e sulla vita sociale dei primi grandi dinosauri.

Prima della formazione delle Alpi, qui esisteva un paesaggio incredibilmente differente. Immaginate una distesa tropicale pianeggiante, lambita dalle acque di un oceano poco profondo e ormai scomparso che oggi chiamiamo Tetide, con un clima che non aveva nulla a che vedere con le vette gelide di oggi. Proprio in questo luogo tanto diverso dall’attualità, 210 milioni di anni fa, il fango soffice ha registrato il passaggio di svariati giganti: si trattava di prosauropodi, dinosauri erbivori dal collo lungo, che si muovevano in branchi lungo le rive di un'antica piattaforma carbonatica.