Mangiare a volontà senza aumentare di peso, senza che si alzino i valori di glicemia e colesterolo e nonostante una predisposizione genetica all'obesità: è l'esperienza dei topi trattati con la piccola molecola scoperta da ricercatori del Baylor College of Medicine e della Università di Kyoto, subito ribattezzata fatostatina. «La sostanza blocca l'attivazione delle "sterol regulatory element binding proteins", in sigla SREBP, fattori di trascrizione attivamente coinvolti nella sintesi dei grassi» spiega Motonari Uesugi, che ha coordinato il lavoro. «In tal modo riduce la trascrizione dei geni deputati alla sintesi dei grassi». La cautela, come sempre, è d'obbligo: la scoperta può essere importante ma in ogni caso, per molti anni almeno, non potrà soppiantare diete e attività fisica.
La molecola anti grasso
Primary tabs
prossimo articolo
Cosa sanno davvero le neuroscienze su sesso, genere e identità?

Uno studio pubblicato su Behavioral Sciences mette in discussione l’idea di un cervello rigidamente “maschile” o “femminile”, proponendo una lettura basata sulla complessità delle reti neurali: le differenze legate al sesso biologico, spiega l'autore, esistono ma si sovrappongono ampiamente, mentre il genere lascia tracce più diffuse, legate a emozioni e cognizione sociale. L’identità emerge così come il risultato dinamico di biologia, esperienza e contesto culturale.
Un anno fa, su queste pagine, si raccontava di uno studio che aveva fatto molto discutere: in quasi cinquemila preadolescenti, sesso biologico e genere sembravano lasciare “impronte” in reti neurali in parte diverse, suggerendo che ciò che chiamiamo sesso e ciò che chiamiamo genere non coincidono neppure nel cervello.