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La guerra rende altruisti?

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Pare che alla fine la guerra possa aver aiutato il genere umano a sviluppare comportamenti cooperativi e altruistici: lo sostiene uno studio di Samuel Bowles del Santa Fe Institute (New Mexico) pubblicato su Science. Le società dei raccoglitori e cacciatori, secondo questo studio, furono interessate da frequenti lotte fra gruppi, che sarebbero responsabili del 14% delle morti, un tasso ben superiore a quello attribuibile alle guerre moderne. Ma sarebbe stata proprio la minaccia dell'estinzione dei gruppi a causa di questi attacchi a rafforzare lo spirito altruistico contenendo le spinte opposte, di natura egoistica. Da tali pressioni "ambientali" ne sarebbe sortita una vera e propria selezione genetica a favore dei tratti altruisti.

 

Fonte: Bowles, S. Science 324, 1293- 1298 (2009)

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Nell'immagine: attività di archeologia sperimentale dimostrativa con cottura di una zuppa di lenticchie e una di roveja, con ceramiche riprodotte sperimentalmente sulla base dei reperti ceramici del villaggio dell’età del Bronzo di Via Ordiere a Solarolo (RA).

Pluridecennali ricerche sul campo, condotte da Maurizio Cattani, docente di Preistoria e Protostoria dell’Università di Bologna, e dal suo team, hanno permesso di riconoscere nell’Età del Bronzo il momento in cui si è definito un profondo legame tra la conoscenza del territorio e la sostenibilità della gestione delle sue risorse. Questa caratteristica ha infatti consentito alle comunità dell’epoca di prosperare, dando vita a villaggi sempre più stabili e duraturi nel corso del tempo.