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Inaugura a Pisa la mostra Balle di Scienza

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 In occasione del 450esimo anniversario dalla nascita di Galileo Galilei, la città di Pisa ospita una grande mostra che racconta la scienza, e i suoi progressi, partendo dagli errori in cui, a volte, sono caduti anche gli scienziati più grandi.

Balle di Scienza, storie di errori prima e dopo Galileo”, che inaugura oggi, è promossa da Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, Scuola Normale Superiore e Università di Pisa in collaborazione con Palazzo Blu dove sarà visitabile dal 22 marzo al 28 giugno.

L’allestimento, realizzato in collaborazione con artisti esperti di interaction design e video arte (Marco Barsottini, Lorenzo Sarti, Matteo Toracellini) e progettato da Glas Architettura, propone un percorso alla scoperta degli errori, delle false credenze e delle scoperte “per caso” che hanno contribuito, nel corso dei secoli, al progresso del pensiero scientifico.  Come la storia del flogisto e dell’etere, misteriosi elementi rivelatisi poi inesistenti, o le fortunate casualità che portarono Fleming a isolare la penicillina e Becquerel a scoprire la radioattività.

Il percorso espositivo è ricco di exhibit e installazioni scenografie come il Muro tolemaico, grande videoinstallazione artistica che racconta la scienza dell’osservazione del cielo dagli antichi al medioevo; Il Dono della massa, installazione interattiva sul bosone di Higgs e il Naso di mio padre, suggestiva illusione ottica che sfrutta il fenomeno dello specchio gravitazionale. 

“Gli scienziati usano il metodo scientifico per capire e interpretare oggettivamente il mondo. – Commenta Antonio Masiero, Vicepresidente dell’Infn – Ma il metodo galileiano ci insegna anche a riconoscere gli errori e a superarli. Nella scienza, sbagliare non solo è utile, a volte si rivela addirittura indispensabile per il progredire della conoscenza”.

Ufficio Comunicazione INFN

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Divulgazione scientifica

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La Valle dei dinosauri ritrovata nel Parco dello Stelvio

parete di roccia

Nel cuore delle Alpi, a 2500 metri di quota, si conserva la memoria di un mondo perduto. Pareti quasi verticali di Dolomia Principale, un tipo di roccia sedimentaria, custodiscono migliaia di impronte lasciate 210 milioni di anni fa da dinosauri erbivori che camminavano lungo le rive di un mare tropicale ormai scomparso. Una scoperta eccezionale, avvenuta nel Parco Nazionale dello Stelvio, che apre una finestra senza precedenti sul Triassico europeo e sulla vita sociale dei primi grandi dinosauri.

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