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INAF e altri salvati dalla scure

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Dopo il vaglio del Presidente della Repubblica, la manovra anticrisi ideata da Tremonti risparmia una serie di prestigiosi enti di ricerca, ai vertici della produttività scientifica nazionale, fra cui l'Istituto nazionale di astrofisica (INAF), l'Istituto  nazionale di alta matematica (INDAM), l'Istituto nazionale di oceanografia e geofisica sperimentale (OGS) e la Stazione zoologica A. Dohrn di Napoli. Nella prima stesura del decreto era previsto che questi enti fossero soppressi e il personale a tempo indeterminato trasferito al CNR o ad altri enti e ministeri: destino che continuerà a valere soprattutto per le stazioni sperimentali (vedi elenco in calce).

Per quanto riguarda invece il finanziamento dello Stato a enti, istituti e fondazioni, la nuova formulazione prevede il dimezzamento secco degli stanziamenti (articolo 7 comma 24). Saranno poi i ministri competenti (Bondi e Gelmini) a decidere entro 60 giorni come utilizzare le risorse rimaste disponibili. Nella prima stesura c'era invece un elenco di 232 enti culturali o scientifici a cui i finanziamenti venivano d'un tratto annullati: tra questi l'Istituto di studi filosofici di Napoli, l'Arena di Verona, il Poldi Pezzoli di Milano, il Centro sperimentale di cinematografia, il Festival di Spoleto, la Fondazione Feltrinelli, la Triennale di Milano, la Fondazione Basso, la Querini Stampalia di Venezia eccetera. Sarà compito degli intellettuali e degli scienziati italiani vigilare perché nell'operazione non vadano persi pezzi importanti della cultura del paese.

Governo italiano

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Manovra

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Ritratto di Feyerabend

Ricorre quest’anno il centenario della nascita di Paul Feyerabend, filosofo della scienza, noto in particolare per il saggio Contro il metodo. Abbozzo di una teoria anarchica della conoscenza, di cui il 16 aprile è in uscita una nuova edizione per Feltrinelli, a cura di Luca Guzzardi. Gli abbiamo chiesto di aiutarci a contestualizzare la visione di Feyerabend, che con il motto "tutto va bene" sottopone a una serrata critica i cinquant’anni di filosofia della scienza a lui precedenti, a partire da Karl Popper. Non una posizione “contro la ragione”, ma un monito a vigilare su qualsiasi concezione e metodo che voglia, magari subdolamente, prendere il sopravvento, e un invito a non lasciarsi governare dai loro cantori.

Crediti immagine: Grazia Borrini-Feyerabend, Wikimedia Commons

Se c’è un’età dell’oro della filosofia della scienza, è forse la prima metà del Novecento. Mach, Poincaré, Duhem avevano impostato i temi portanti: gli ingredienti fondamentali delle teorie scientifiche e il ruolo dell’esperienza e dell’esperimento, la funzione delle ipotesi e degli errori, l’avanzamento della conoscenza e il cambiamento concettuale.