I 20 milioni di euro destinati dalla presidenza del Consiglio e da vari ministeri alla Fondazione Diritti genetici per il progetto GenEticaMente scatena le proteste nel mondo della scienza. Così la Federazione Italiana di Scienze della Vita (che raduna tutte le società scientifiche che si occupano di piante) nel suo comunicato: "La federazione si associa alla protesta della comunità scientifica italiana per la notizia, rilanciata da molti giornali, della recente assegnazione di 20 milioni di euro alla cosiddetta "Fondazione Diritti Genetici". Tale Fondazione presieduta da Mario Capanna si propone di sviluppare un progetto, denominato GenEticaMente, per il miglioramento delle piante di interesse agrario attraverso processi di selezione genetica assistita da marcatori molecolari (MAS), una tecnologia che già da decenni viene applicata nelle università e nei centri di ricerca agricola in Italia. La nostra Federazione esprime rammarico e preoccupazione per il fatto che questa elargizione di fondi sia stata fatta al di fuori di qualunque sistema di valutazione scientifica proprio nel momento in cui, per esempio attraverso la riforma dell'Università, si propone di utilizzare il merito come criterio unico nella assegnazione delle poche risorse disponibili. La Fondazione Diritti Genetici non presenta alcuna garanzia di competenza e qualificazione per portare avanti progetti scientifici e, anzi, si è distinta nel passato per le sue posizioni anti-scientifiche sulla ricerca genetica in Agricoltura, ignorando tutti i pareri espressi dalla nostra Federazione e dalle Accademie e Società scientifiche nazionali e internazionali. La Federazione Italiana di Scienze della Vita sollecita la Presidenza del Consiglio e tutte le Istituzioni pubbliche che hanno sponsorizzato la Fondazione Diritti Genetici a sospendere qualsiasi erogazione di fondi che prescinda da una attenta valutazione da parte di esperti riconosciuti e ad intraprendere un confronto sulla politica e sulle modalità di finanziamento della ricerca biologica in Italia".
Fondi a pioggia su Capanna
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Influenza aviaria: una marcia lenta ma continua

Il virus dell'influenza aviaria H5N1 sta dimostrando una preoccupante capacità di infettare non solo gli uccelli ma anche diverse specie di mammiferi, inclusi recentemente i bovini negli Stati Uniti. Sebbene il virus non abbia ancora acquisito la capacità di trasmettersi in modo efficace tra gli esseri umani, la sua continua evoluzione e adattamento a nuove specie rappresenta un rischio significativo per una futura pandemia, per la quale il mondo appare poco preparato, nonostante le lezioni apprese durante la pandemia di Covid-19.
Il mondo scientifico aveva previsto già diverse decadi fa la pole position dei virus dell’influenza per l’innesco della prossima pandemia umana, con previsioni catastrofiche soprattutto basate sull’esperienza della famosa pandemia di “spagnola” (almeno in Italia fu chiamata così) del 1918. Ma non sempre le previsioni si avverano: infatti la pandemia più recente e disastrosa è stata causata dal coronavirus Sars-CoV-2 e ci siamo trovati a fronteggiarla con piani pandemici influenzali, anche non aggiornati, ma soprattutto basati su parametri e modalità di contagio inadeguati.