fbpx Come eravamo | Page 2 | Scienza in rete

Come eravamo

Primary tabs

Read time: 2 mins

Un sofisticato strumento in dotazione al Subaru Telescope ha permesso di ottenere dettagliate immagini del disco protoplanetario intorno a due giovani stelle: è un po' come guardare nel nostro remoto passato, quando anche la Terra si stava formando.

Gli astronomi cominciano dunque a cogliere i frutti del progetto SEEDS (Strategic Explorations of Exoplanets and Disks with Subaru), un ambizioso programma internazionale di ricerca al quale aderiscono oltre cento scienziati e che ha nello strumento HiCIAO la sua arma vincente. Mascherando in modo opportuno la luce della stella, lo strumento permette alla vista acuta del telescopio Subaru (8,2 metri di diametro) di dare il meglio di sé nell'individuare i dettagli dei dischi di polveri e gas nei quali stanno germinando i pianeti.

Dopo aver osservato lo scorso anno il disco intorno alla stella LkCa 15, distante 450 anni luce in direzione della costellazione del Toro, questa volta è toccato ad AB Aur, più o meno alla stessa distanza, ma in direzione dell'Auriga. Jun Hashimoto (National Observatory of Japan) e il nutrito gruppo di collaboratori riportano su Astrophysical Journal le caratteristiche di questo disco protoplanetario, del quale è stato possibile – ed è una prima assoluta – ottenere dettagli su una scala paragonabile a quella del nostro Sistema solare. Le immagini mostrano due dischi inclinati uno rispetto all'altro e una zona intermedia svuotata di materiale. Curiosamente il centro dei due dischi non coincide con la stella, indicazione che, probabilmente, un pianeta gigante – impossibile da osservare perché immerso nella luce della stella – sta facendo sentire la sua azione gravitazionale.

Più o meno quattro miliardi e mezzo di anni fa anche dalle parti di una piccola stella che poi qualcuno avrebbe chiamata Sole stava avvenendo qualcosa di molto simile.

Max Planck Institute for Astronomy - Subaru telescope

Autori: 
Astronomia

prossimo articolo

Alimentazione sostenibile: imparare dalla preistoria

Dimostrazione cottura preistorica

Il progetto  Onfoods in prehistory ha voluto comprendere e ricostruire l’eredità di una agricoltura sostenibile nata nella preistoria, migliaia di anni, fa e in grado oggi di rappresentare un modello di riferimento. E lo ha fatto con particolare attenzione alla condivisione di questi valori con un pubblico più ampio possibile, sottolineando quanto si può imparare dalla ricerca archeologica e dalle comunità dell’età del Bronzo in termini di alimentazione sostenibile. Ce ne parla il gruppo di ricerca che ha portato avanti il progetto.

Nell'immagine: attività di archeologia sperimentale dimostrativa con cottura di una zuppa di lenticchie e una di roveja, con ceramiche riprodotte sperimentalmente sulla base dei reperti ceramici del villaggio dell’età del Bronzo di Via Ordiere a Solarolo (RA).

Pluridecennali ricerche sul campo, condotte da Maurizio Cattani, docente di Preistoria e Protostoria dell’Università di Bologna, e dal suo team, hanno permesso di riconoscere nell’Età del Bronzo il momento in cui si è definito un profondo legame tra la conoscenza del territorio e la sostenibilità della gestione delle sue risorse. Questa caratteristica ha infatti consentito alle comunità dell’epoca di prosperare, dando vita a villaggi sempre più stabili e duraturi nel corso del tempo.