Pubblicato dal National Research Council uno studio che prova a fare chiarezza sui terremoti indotti da attività umane: benché sia legato solamente a una davvero minima frazione delle attività potenzialmente pericolose, il rischio è comunque reale e per la sua valutazione non esistono ancora linee comuni tra le varie agenzie che si occupano del problema.
Il rapporto esamina in dettaglio il possibile innesco di eventi sismici causato dalle tecnologie di approvvigionamento energetico quale lo sfruttamento dell'energia geotermica, l'estrazione convenzionale di gas e petrolio e le tecnologie di ultima generazione quale per esempio il fracking impiegato per l'estrazione di gas di scisto (shale gas). Proprio quest'ultima tecnica – che consiste nel frammentare rocce sotterranee pompando acqua sotto pressione per liberare il gas in esse intrappolato – era quella da molti considerata la più pericolosa.
In effetti il rapporto conferma che tale attività è veramente quella più a rischio per quanto riguarda l'innesco di eventi sismici, ma sottolinea anche come tale rischio non sia connesso direttamente alle operazioni di trivellazione e pompaggio. Secondo il rapporto NRC, infatti, all'origine degli eventi sismici rilevati (sempre con danni molto limitati e in nessun caso con perdita di vite umane) vi sarebbe la scelta di riversare nel sottosuolo le acque di scarto dei processi estrattivi.
Viene insomma confermato un dato scientifico noto da quasi un secolo: pompando fluidi fuori o dentro il terreno si corre il rischio di innescare eventi sismici. Questo significa che sono attività potenzialmente a rischio anche le “normali” estrazioni di gas e petrolio e lo stesso sfruttamento dell'energia geotermica. A tale proposito il rapporto ricorda che alcuni eventi sismici rilevati tra il 2006 e il 2008 a Basilea sono certamente da ricondurre a impianti geotermici.
Inevitabile chiedersi se i recenti eventi sismici che hanno interessato l'Emilia Romagna possano in qualche modo essere ricondotti ad attività umane. Una risposta estremamente chiara a questa domanda viene direttamente dai ricercatori del Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Modena e Reggio Emilia: "Nessuna attività dell'uomo (sondaggi, perforazioni, prelievi di idrocarburi, prelievi di acqua ecc) - possiamo leggere nel sito web del Dipartimento - può creare o indurre terremoti di intensità pari a quelli avvenuti".
