Il più grande ragno mai avvistato in Medio Oriente è stato individuato da un gruppo di ricercatori dell’Università di Haifa: il suo diametro a zampe distese arriva infatti fino a 14 centimetri. E’ stato chiamato Cerbalus aravensis, dalla valle di Arava, dove conduce una vita prevalentemente notturna tra le dune di sabbia di Samar. «Un ecosistema unico e ad altissimo rischio» ha dichiarato Uri Shanas, il ricercatore che sta conducendo gli studi in quell’area. «In passato la zona si estendeva fino a 7 chilometri quadrati ma ora si è ridotta a meno di 3, per l’avanzare dei terreni coltivati e delle cave di sabbia». Già sono scomparsi esemplari come il gatto della sabbia (Felis margarita) o la volpe di Rüppell (Vulpes rueppelli); ora si teme che anche il ragno gigante, dopo una fugace apparizione, faccia la stessa fine.
Appena scoperto già rischia la vita
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Alimentazione sostenibile: imparare dalla preistoria

Il progetto Onfoods in prehistory ha voluto comprendere e ricostruire l’eredità di una agricoltura sostenibile nata nella preistoria, migliaia di anni, fa e in grado oggi di rappresentare un modello di riferimento. E lo ha fatto con particolare attenzione alla condivisione di questi valori con un pubblico più ampio possibile, sottolineando quanto si può imparare dalla ricerca archeologica e dalle comunità dell’età del Bronzo in termini di alimentazione sostenibile. Ce ne parla il gruppo di ricerca che ha portato avanti il progetto.
Nell'immagine: attività di archeologia sperimentale dimostrativa con cottura di una zuppa di lenticchie e una di roveja, con ceramiche riprodotte sperimentalmente sulla base dei reperti ceramici del villaggio dell’età del Bronzo di Via Ordiere a Solarolo (RA).
Pluridecennali ricerche sul campo, condotte da Maurizio Cattani, docente di Preistoria e Protostoria dell’Università di Bologna, e dal suo team, hanno permesso di riconoscere nell’Età del Bronzo il momento in cui si è definito un profondo legame tra la conoscenza del territorio e la sostenibilità della gestione delle sue risorse. Questa caratteristica ha infatti consentito alle comunità dell’epoca di prosperare, dando vita a villaggi sempre più stabili e duraturi nel corso del tempo.