fbpx 9p21 sul ponte di comando | Page 2 | Scienza in rete

9p21 sul ponte di comando

Primary tabs

Read time: 1 min

La sequenza 9p21 non si sporca le mani in prima persona, ma dà ordine ad altri di innescare i meccanismi che portano alla cardiopatia ischemica. Diversi studi genome-wide hanno associato alcuni polimorfismi di 9p21 a un maggior rischio cardiovascolare. Ma nessuno finora era riuscito a capire come questa zona del  DNA, che non codifica per nessuna proteina, potesse aumentare la probabilità di avere un infarto. Un gruppo di ricercatori di Berkeley ha studiato quel che succede quando avviene una delezione a livello della sequenza equivalente a 9p21 nei topi: «Cambia l’espressione di quattro geni vicini a livello del cuore» spiega Len Pennacchio, che ha coordinato il lavoro, «e viene stimolata la proliferazione delle cellule muscolari lisce all’interno dei vasi, e in particolare dell’aorta, facilitando così la formazione delle placche aterosclerotiche».

Nature pubblicato online il 21 febbraio 2010 doi:10.1038/nature08801

Autori: 
Sezioni: 
Genetica

prossimo articolo

Alimentazione sostenibile: imparare dalla preistoria

Dimostrazione cottura preistorica

Il progetto  Onfoods in prehistory ha voluto comprendere e ricostruire l’eredità di una agricoltura sostenibile nata nella preistoria, migliaia di anni, fa e in grado oggi di rappresentare un modello di riferimento. E lo ha fatto con particolare attenzione alla condivisione di questi valori con un pubblico più ampio possibile, sottolineando quanto si può imparare dalla ricerca archeologica e dalle comunità dell’età del Bronzo in termini di alimentazione sostenibile. Ce ne parla il gruppo di ricerca che ha portato avanti il progetto.

Nell'immagine: attività di archeologia sperimentale dimostrativa con cottura di una zuppa di lenticchie e una di roveja, con ceramiche riprodotte sperimentalmente sulla base dei reperti ceramici del villaggio dell’età del Bronzo di Via Ordiere a Solarolo (RA).

Pluridecennali ricerche sul campo, condotte da Maurizio Cattani, docente di Preistoria e Protostoria dell’Università di Bologna, e dal suo team, hanno permesso di riconoscere nell’Età del Bronzo il momento in cui si è definito un profondo legame tra la conoscenza del territorio e la sostenibilità della gestione delle sue risorse. Questa caratteristica ha infatti consentito alle comunità dell’epoca di prosperare, dando vita a villaggi sempre più stabili e duraturi nel corso del tempo.