Ieri sera la stampa ha reso nota la notizia delle dimissioni di Mauro Ferrari dalla direzione dell’European Research Council, l’agenzia europea dedicata al finanziamento supercompetitivo della ricerca di base, dove l’Italia non rifulge, anzi, va sempre peggio.
Con un editoriale a piena pagina sul Corriere della sera Ferrari ha portato la sua versione del fatto. Le dimissioni in tronco sarebbero dovute al rifiuto da parte del Consiglio scientifico dell’ente di considerare la proposta di Ferrari di focalizzare i prossimi bandi sulla sfida Covid. “Queste motivazioni idealistiche si sono scontrate con una realtà ben diversa, nei tre mesi a partire dall’ inizio della mia presidenza. Segnali inquietanti che avevo raccolto già dai primi momenti si sono rapidamente trasformati in raggelanti certezze di un mondo completamente diverso da quanto avevo immaginato” scrive Ferrari, che conclude: “Ho creduto ingenuamente che questi non fossero momenti per la governance scientifica di disquisire sulle sottigliezze metodologiche di “bottom-up” piuttosto che “top-down”, o per preoccuparsi di misurare se tutti i raggruppamenti disciplinari avrebbero beneficiato in maniera paragonabile da un’ iniziativa a largo spettro su Covid-19. E sono rimasto esterrefatto, profondamente deluso dal voto unanime contro la mia mozione”.
Il professore italiano - che aveva definito il metodo Stamina come «il primo caso importante di medicina rigenerativa in Italia, un'occasione per il nostro Paese di assumere un ruolo di leadership straordinario» - se la prende con l’euroburicrazia e lascia quindi la poltrona.
A stretto giro, l'ex ministro MIUR Lorenzo Fioramonti twitta: "Dimissioni del collega Mauro Ferrari da presidente Consiglio Europeo della Ricerca dimostrano ennesima debolezza dell'Ue. Ferrari, che ho conosciuto personalmente, voleva canalizzare sforzo ricerca nella lotta contro Covid-19, ma non gli è stato permesso".
La reazione del consiglio scientifico del ERC non si è fatta attendere. E, preso atto “con rammarico” della irrevocabile decisione, vuota il sacco, enumerando i quattro motivi che hanno condotto alla defenestrazione, all’unanimità.
- “Durante i tre mesi del suo mandato, il professor Ferrari ha mostrato una totale mancanza di apprezzamento per la ragion d'essere di ERC a sostegno di un'eccellente scienza di frontiera […] Non ha compreso il contesto del ERC all'interno del programma di ricerca e innovazione dell'UE Horizon 2020.
- “Dalla sua nomina, il professor Ferrari ha mostrato una mancanza di impegno con il ERC, non partecipando a molte riunioni importanti, trascorrendo molto tempo negli Stati Uniti e non difendendo il programma e la missione dell’ente”.
- Ferrari ha preso iniziative personali escludendo di fatto il Consiglio Scientifico.
- Ferrari è stato coinvolto in diverse iniziative, anche commerciali, togliendo tempo al suo impegno istituzionale.
Infine non è vero che Ferrari ha presentato le sue dimissioni prima, ma dopo il voto unanime di sfiducia.
Quanto al disinteresse vero la proposta di Ferrari di appoggiare la sua inde dai ricerca su Covid-19, scrive il direttivo: “non abbiamo sostenuto un'iniziativa speciale perché non è di nostra competenza e la Direzione Generale Ricerca e Innovazione della Commissione, con la quale siamo collegati, era già molto attiva nello sviluppo di nuovi programmi a sostegno di questa ricerca attraverso i canali appropriati”.
In realtà, secondo il consiglio oltre 50 progetti ERC in corso o completati (per un valore totale di circa 100 milioni di euro), “contribuiscono alla risposta alla pandemia COVID-19 fornendo spunti da diversi settori scientifici, quali: virologia, epidemiologia, immunologia, percorsi per nuove diagnosi e terapie, salute pubblica, dispositivi medici, intelligenza artificiale, comportamento sociale, gestione delle crisi”.
A prescindere dal merito della polemica, una prima verifica condotta da noi mostra come i progetti ERC riguardanti la virologia e l'epidemiologia dalla sua nascita a oggi si aggirino intorno al 3% dei progetti finanziati, con un contributo medio per progetto di crica 1,5 milioni di euro. Per ora, come naturale, Nessun progetto di ricerca su Covid-19 è stato finanziato.
Anno | ERC (fp7 e H2020) “virus” | Progetti totali | % prog “virus” |
---|---|---|---|
2008 | 9 | 326 | 2,8% |
2009 | 12 | 392 | 3,1% |
2010 | 23 | 550 | 4,2% |
2011 | 25 | 721 | 3,5% |
2012 | 26 | 873 | 3,0% |
2013 | 34 | 848 | 4,0% |
2014 | 31 | 844 | 3,7% |
2015 | 37 | 986 | 3,8% |
2016 | 33 | 1139 | 2,9% |
2017 | 29 | 1178 | 2,5% |
2018 | 40 | 1142 | 3,5% |
2019 | 37 | 1126 | 3,3% |
2020 | 17 | 567 | 3,0% |
Tabella 1. Progetti ERC riguardanti la virologia e l'epidemiologia nei programmi FP7 (2007-2013) e H2020 (2014-2020). I progetti ERC sono stati estratti dal DB Cordis. L'estrazione dei progetti attinenti a COVID-19 sono state usate le seguenti parole chiave nel campo titolo e descrizione: virus, pandemi*, sars, mers, infection. Nessun progetto contiene al momento la parola COVID-19.