Oggi siamo meglio preparati che mai ad affrontare l'attuale pandemia di influenza. Dalla vigilanza dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) sappiamo in tempo reale dove si diffonde il virus, quanto è contagioso e quali problemi causa alla salute delle persone. A soli sei mesi dall'irrompere del virus sulla scena mondiale disponiamo pure di due vaccini, già approvati dall'Agenzia europea del farmaco (Emea).
Uno di questi è nato e cresciuto alle porte di Siena, in laboratori dove la ricerca sui vaccini gode di una tradizione secolare. Dagli stabilimenti toscani le fiale del nuovo preparato si avviano ogni giorno verso i numerosi paesi che, oltre all'Italia, ne hanno ordinato milioni di dosi.
La ricetta del vaccino senese non è una novità: la si è già utilizzata per vaccinare più di 45 milioni di persone, negli ultimi dieci anni, contro i ceppi dell'influenza stagionale. Impiega lo stesso adiuvante, l'MF59: una emulsione di olio naturale che aiuta il sistema immunitario ad accorgersi della presenza del vaccino. A cambiare è davvero solo l'antigene, proveniente in questo caso dal virus H1N1 inattivato, ma preparato con le stesse procedure con cui si preparano i vaccini influenzali stagionali. La confidenza nella sua sicurezza ha fatto sì che il vaccino senese sia l'unico ad essere approvato per l'uso sotto i tre anni di età.
Il nuovo vaccino è già stato provato su più di 6000 persone, dai 6 mesi ai 90 anni d'età, e i dati di efficacia e sicurezza sono rassicuranti: protegge già dopo una singola dose e gli eventuali effetti collaterali sono modesti [Greenberg 2009].
Chi è opportuno che si vaccini? Secondo il parere espresso dal Gruppo di esperti sulle immunizzazioni (SAGE) dell'OMS, prima di tutto i medici e i lavoratori delle strutture sanitarie; quindi le persone maggiormente a rischio, come le donne incinte e i pazienti affetti da malattie croniche; infine i bambini e i giovani, che costituiscono il principale veicolo di trasmissione. Ulteriori risposte (provvisorie) a domande sui vaccini si trovano nell'articolo di Giuseppe Remuzzi, pubblicato di recente su questo sito.
Nella campagna di vaccinazione che sta per iniziare, bisognerà seguire con attenzione scientifica la sicurezza del vaccino per evitare che superficialmente vengano attribuiti al vaccino tutti gli eventi negativi che succedono dopo la vaccinazione. Infatti, ogni anno in Italia si registrano, per esempio, parecchie centinaia di migliaia di casi di infarto, ictus e aborto spontaneo. Per le leggi della statistica molti infarti, ictus e aborti si verificheranno a poche ore o giorni di distanza dalle vaccinazioni anti-influenzali. Mentre gli esperti vigileranno su tutti gli eventi avversi, individuando con prontezza ogni deviazione statistica significativa e verificando ogni volta l'eventualità che qualche anomalia sia riconducibile al vaccino, i giornalisti e i media avranno il delicato compito di spiegare alla popolazione che nella stragrande maggioranza dei casi la coincidenza con le vaccinazioni sarà un fatto puramente casuale. Come scriveva Donald G. Mc Neil sul New York Times il 28 settembre, noi non attribuiremmo mai a un vaccino la responsabilità degli incidenti automobilistici, che pure avvengono mentre ci vacciniamo. Allo stesso modo dovremmo imparare che i vaccini non possono essere responsabili di tutti i problemi di salute che si verificano in coincidenza delle inoculazioni.
La risposta che diamo oggi ad H1N1 è necessariamente reattiva. Perché in futuro si possa giocare d'anticipo bisognerà completare la rete di vigilanza, oggi particolarmente lacunosa nei Paesi in via di sviluppo (specie nelle regioni tropicali, dove i virus influenzali persistono per tutto l'anno, provocando spesso gravi polmoniti). E occorrerà accelerare lo sviluppo di un vaccino universale.
Figura 1 | Solo 13 paesi africani hanno un centro di vigilanza dell'influenza accreditato presso l'OMS.
Quanto siamo lontani dal traguardo? I microbi, e in particolare i virus dell'influenza, sono in un certo senso molto più avanti di noi nella scala evolutiva. Ma anche noi, sfidati in continuazione da questi esserini velocissimi e capaci di adattarsi a ogni nuova opportunità, abbiamo fatto progressi straordinari, accrescendo le nostre difese in maniera impensabile fino a pochi anni fa. Tanto che un vaccino anti-influenzale che copra molti ceppi è vicino, e un vaccino universale è una prospettiva possibile.
Bibliografia
- H. R. Greenberg et al., N. Engl. J. Med., 10.1056/NEJMoa0907413 (2009).; T. W. Clark et al, N. Engl. J. Med., 10.1056/NEJMoa0907650 (2009).
- Rethinking Influenza è anche il titolo dell'articolo di Rino Rappuoli et al. pubblicato su «Science».
- I vaccini dell'era globale - Come si progettano, da che cosa ci difendono, perché sono sicuri è il titolo del libro di Lisa Vozza e Rino Rappuoli, appena pubblicato da Zanichelli.
Rino Rappuoli
Medicina, Novartis Vaccines & Diagnostics