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Portare a scuola la scienza mentre sta nascendo

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L'attività di comunicazione della scienza diventa particolarmente delicata se ci si sta occupando, più che di scienza consolidata, di scienza in azione [Latour, 1998], in divenire, ingenuamente fluida, non ancora cristallizzata in una applicazione o in una teoria che porterà con sé, almeno per un po', la forza e le contraddizioni della vittoria.

È questo il caso in cui più approcci scientifici, a volte conflittuali, si fronteggiano, e la scienza, profanata, cioè posta fuori dal tempio, si trova alla mercé del mondo, spinta ad interagire con la realtà sociale e culturale intorno ad essa, mentre è ancora incredula riguardo a quanto stia accadendo. E ciò ai nostri tempi avviene sempre più spesso, data la velocità e la portata del progresso scientifico, sì, certo, ma soprattutto data la particolare sensibilità con cui il nostro occhio postmoderno ci fa guardare ai fenomeni scientifici e sociali in cui siamo consapevoli di essere immersi, arrendendosi alla necessità del confronto con le altre facce del prisma e re-inventando la complessità. E la complessità è parte integrante della scienza post-normale [Funtowict , Ravetz 1999].

Ciò che è complesso non solamente o non necessariamente va considerato difficile o distante: la complessità chiama in causa la ricchezza e l'articolazione dei punti di vista, elementi vitali del dibattito sociale e soprattutto gran mordente nel dibattito tra scienziati. Eppure, di ciò non v'è traccia nei libri di testo [Caravita et al, 2008] e proprio ai e alle giovani viene spesso presentata una scienza edulcorata, privata delle sue componenti dinamiche, conflittuali, se non addirittura una scienza in pillole, avulsa dal contesto di origine, di applicazione e di confronto multidisciplinare, sebbene già da tempo siano stati evidenziati i limiti di un atteggiamento volto a "comunicare certezze" senza "sollevare interrogativi"[Cini, 1997].

Alcuni studi stanno dimostrando che l'introduzione di conoscenze scientifiche incerte o contraddittorie è ben lungi dall'assottigliare quel legame di fiducia che collega il mondo della scienza alla società civile [Doble, 1995; Frewer., Miles, Brennan, Kuzensof, Ness, Ritson, 2002; Kahlor, Dunwoody, Griffin, 2002]. Sembra, anzi, che sia proprio la mancata partecipazione a fare escogitare forme di resistenza, anche alla scienza [Greco, 2000].

Portare nelle scuole la ricchezza e l'articolazione del dibattito scientifico, inclusa l'"unavoidable uncertainty" [Trench, 2008], l'inevitabile componente di incertezza della scienza, base ed alimento del metodo scientifico [Falchetti, 2007], valorizzando un percorso di studio, di partecipazione e di confronto tra giovani ed esperti, è stato il principale obiettivo del progetto Percezione e Consapevolezza della Scienza- Ethics and Polemics.

Il Progetto Ethics & Polemics fa parte delle iniziative del gruppo di ricerca Comunicazione della Scienza ed Educazione del Cnr, http://www.irpps.cnr.it/com_sci. Il gruppo vede la partecipazione di istituzioni nazionali ed internazionali e di diversi istituti Cnr, in particolare: Irpps: Sveva Avveduto (direttore), Maria Girolama Caruso, Loredana Cerbara, Elena del Grosso, Luciana Libutti, Adriana Valente (coordinatrice del gruppo); Irea: Alba L'Astorina; Istc: Silvia Caravita; Ceris: Emanuela Reale.

Il percorso, dal 2001 ad oggi, si è basato sull'organizzazione di gruppi di studio e di discussione tra le classi di scuole secondarie inferiori e superiori di Bologna, Milano, Napoli e Roma e sulla realizzazione di una tavola rotonda e conferenza con dibattito pubblico, con teleconferenza o con eventi paralleli in ognuna delle città coinvolte. Durante questi eventi, studenti, esperti e pubblico si sono confrontati sui temi centrali del dibattito scientifico sul Ogm, "elettrosmog", esplorazione dello spazio, crisi idrica e sul cambiamento climatico, sulle ricadute economiche e sociali, ambientali, ed etiche [Valente, 2006; Valente 2009].

Il punto di partenza, però, non sono le conoscenze esperte, ma quelle di ogni studente o studentessa che, ci scommettiamo ogni volta, sa molto più di quanto non creda - una recente indagine mostra che per il 44,5% del personale di ricerca del Cnr sapere scientifico e sapere comune hanno molti aspetti in comune [Cerbara, Caruso, Valente, 2008] - e cresce nelle sue conoscenze se è posto o posta in condizione di averne consapevolezza nel procedere nell'approfondimento, in modo da poter riconoscere parte di sé (la ripresentazione sartriana!) nello studio sui testi, nella discussione con i pari, nel confronto con gli esperti, nello sguardo sul mondo.

Lo diceva anche Bettelheim, un interesse profondo e duraturo si può nutrire solo verso qualcosa che si sia contribuito a costruire. Per i ricercatori diventa fondamentale, allora, più che correre a svelare l'ultima verità della scienza, contribuire a costruire dei luoghi della comunicazione, in cui ricercatori, docenti, tutor, studenti, esperti, siano tutti e tutte parte del processo di cambiamento, e il luogo stesso possa essere modificato dall'apporto collettivo. Siamo allora partiti con seminari partecipativi secondo diverse metodologie (metaplan, Open space tecnology ed infine una sintesi tra queste due), costruendo delle arene, per dirla con da Bonneuil, Joly e Marris; più che il termine utilizzato, arena, è il significato che loro attribuiscono a questo termine ad essere interessante: "luoghi in cui attori individuali e collettivi interagiscono per definire la dimensione normativa e cognitiva di una questione"(Bonnueil et al, 2008). Potremmo aggiungere a queste la dimensione affettiva.

Nel corso del progetto abbiamo via via realizzato un osservatorio di fatto su giovani e scienza, chiedendo loro cosa ne pensavano della scienza, dei suoi valori e di altro ancora e grazie a loro siamo riuscite a sfatare alcuni luoghi comuni (correlazione tra fiducia e supporto) e ad entrare in profondità in alcuni ambiti (coesistenza di diverse idee di scienza e di contesti scientifici). Ma questa è un'altra storia...

Bibliografia

  • Caravita Silvia, Valente Adriana, Luzi Daniela, Pace Paul , Khalil Iman,Valanides Nicos and Nisiforou Olympia, Berthou Guillemette, Kozan-Naumescu Adrienne, Clément Pierre. Construction and Validation of Textbook Analysis Grids for Ecology and Environmental Education. Science Education International Journal, vol.19,(2) 2008 97-116
  • Cerbara Loredana, Caruso Maria Girolama, Valente Adriana, La scienza cos’è e come comunicarla, relazione al VII Convegno nazionale sulla Comunicazione della Scienza, Forlì 2008
  • Cini Marcello, Garantire la trasparenza, in Scienza e informazione, a cura di Jader Jacobelli, Laterza, Bari, 1997,pp.57-63.
  • Doble John, Public opinion about issues characterised by technological complexity and scientific uncertainty, Public understanding of science, 4, 1995, pp.95-118.
  • Falchetti Elisabetta, Quale scienza, quale museo scientifico? Intervista ad Adriana Valente, in Elisabetta falchetti,  Costruire il pensiero scientifico in museo, Museologia Scientifica Memorie ANMS,I, 2007.
  • Frewer Lynn J., Miles Susan, Brennan Mary, Kuzensof Sharon, Ness Mitchell, Ritson Christopher, Public preferences for informed choice under conditions of risk uncertainty, Public understanding of science, 11, 2002, pp.363-372.
  • Funtowict S, Ravetz, J, Post-Normal Science – an insight now maturing, Ed Futures, 1999.
  • Greco Pietro, “Il modello mediterraneo”, Boiler, n. 17, novembre 2000,
  • http://www.enel.it/it/enel/magazine/boiler/boiler17/htlm/articoli/Greco.asp
  • Kahlor LeeAnn, Dunwoody Sharon, Griffin Robert J., Attributions in explanations  of risk estimates, Public Understanding of Science, 11, 2002, 243-257.
  • Latour Bruno, La scienza in azione, Edizioni di Comunità, Torino, 1998, pp.376. (Science in action, 1987)
  • Trench Brian, Internet, turning science communication inside-out?, Handbook of public Communication of Science and Technology, Bucchi & Trench eds, Routledge, 2008
  • Valente Adriana (a cura di), La scienza dagli esperti ai giovani e ritorno/ Science: from specialists to students and back again, Biblink, Roma, 2006.
  • Valente Adriana (a cura di), Immagini di scienza e pratiche di partecipazione, Biblink, Roma, 2009. Science: perception and participation, Biblink, Roma, 2009.

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