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Obama aumenta gli investimenti in ricerca

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«Per essere competitivi nel XXI secolo e per creare un’economia americana solida e duratura non dobbiamo porre questa nazione solo su un cammino fiscale sostenibile, ma anche creare un ambiente dove l’invenzione, l’innovazione e l’industria possano fiorire. Il budget 2013 proposto dalla Presidenza supporta la visione di un’economia americana competitiva su scala globale fatta per durare. Esso include continui investimenti nella ricerca scientifica e ingegneristica per trasformare le idee in realtà». È con questa idea che il Presidente Barack Obama ha presentato il Budget Federale per l’anno 2013 che diminuisce la spesa ma aumenta gli investimenti in ricerca e sviluppo, portandoli a quasi 140 miliardi di dollari. Cosicché gli investimenti federali in R&S aumentino dell’1,5% rispetto al 2012. Non è poco, mentre la spesa pubblica complessiva viene sforbiciata.

Ma se si guarda bene le tabelle riportate qui sotto), ci si accorge che gli investimenti nella ricerca militare vengono tagliati del 2,1% (passano da 72,7 a 71,2 miliardi), mentre quelli nella ricerca civile vengono aumentati di un rotondo 5,0% (passando da 61,8 a 64,9 miliardi di dollari).

L’indicazione dell’Amministrazione americana è chiara: siamo nell’economia della conoscenza e non c’è possibilità di competere e di svilupparsi senza ricerca scientifica e sviluppo tecnologica. Anche se bisogna mettere i conti a posto e tagliare la spesa pubblica, occorre comunque aumentare la spesa in ricerca.

Ma anche in educazione. Barack Obama, infatti, ha aumentato gli investimenti anche per le scuole (+ 2,5%) e intende assumere 100.000 professori di matematica per migliorare la qualità dell’insegnamento scientifico.

La confezione del pacchetto Obama è tale da costituire una chiara indicazione politica anche per altri paesi che hanno bisogno di diminuire la spesa pubblica ma di aumentare la propria capacità di competere nell’economia mondiale.


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Centrali geotermiche e terremoti indotti: facciamo chiarezza

centrale geotermica di Nesjavellir in Islanda

L'estrazione geotermica dal sottosuolo richiede—a volte—una stimolazione, che consiste nell'iniettare dei fluidi nella crosta terrestre per renderla più permeabile. Questa procedura può causare terremoti a volte rilevanti. Un gruppo di ricercatori ha messo a punto un algoritmo di machine learning che prevede l'aumento di permeabilità ottenuto a partire dalla magnitudo dei terremoti indotti. Lo ha fatto sfruttando i dati raccolti da due esperimenti negli Stati Uniti e ne sta testando la validità anche in altri siti. L'algoritmo potrebbe diventare uno strumento per la selezione dei siti più adatti per sistemi geotermali migliorati e per la loro ottimizzazione. Inoltre, poter prevedere la sismicità indotta potrebbe aumentare l'accettabilità sociale di questi stabilimenti.

Nell'immagine di copertina: la centrale geotermica di Nesjavellir in Islanda. Credit: Scott Ableman (CC BY-NC-ND 2.0).

Nel 2006 la centrale geotermica costruita da Geopower Basel, nella zona industriale di Basilea fu costretta a chiudere. La stimolazione idraulica del sottosuolo aveva infatti causato un terremoto di magnitudo 3,4 in una zona sismicamente silenziosa, provocando danni agli edifici e spaventando la popolazione. La zona era particolarmente favorevole per una centrale del genere.