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Una nuova economia per le prossime crisi

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Il ritorno di Ulisse, Giorgio De Chirico.

Se la pandemia ha messo l’economia in ginocchio, con la ripartenza molti economisti si pongono la questione se sia possibile utilizzare gli strumenti economici tradizionali sia per sanare la crisi sociale ed economica, sia per tornare a perseguire gli obiettivi che ci si era posti prima di Covid-19 (fra tutti la risposta alla crisi climatica) [1]. Potrebbe essere questo il momento di cambiare? Lo abbiamo chiesto a Mauro Gallegati, dell’Università Politecnica delle Marche [2], e Andrea Roventini, della Scuola Sant’Anna di Pisa [3].

La crisi da coronavirus ha convinto la Commissione Europea a sospendere il Patto di Stabilità e Crescita per poter superare i vincoli di bilancio. Una volta usciti dalla crisi, dovrà essere ripristinato oppure è doveroso pensare ad altri tipi di approcci alla spesa?

Gallegati - Quando si aderisce a una Unione Monetaria si rinuncia a due strumenti di politica economica: il tasso di interesse e la svalutazione. In pratica, ogni paese rinuncia ad avere una sua propria politica monetaria e senza una politica fiscale comune i singoli paesi – soprattutto i più deboli – sono in balia dei mercati. L'euro come è oggi è una costruzione incompleta in quanto poggia solo sulla gamba monetaria. La BCE – dice la Corte Costituzionale Tedesca – non può continuare a comprare titoli di Stato al ritmo di Draghi, poiché di fatto sta monetizzando i debiti. Temo che siamo arrivati al limite di sopravvivenza dell'Unione: per gestire la crisi servono politiche fiscali. Quindi la crisi ci pone al bivio: o si cambia – e l'Unione si dota di una politica fiscale comune – o si rischia di compromettere l'unione monetaria.

Pensiamo al dibattito sul prezzo delle mascherine: pare proprio che se non fosse intervenuto lo Stato, il mercato non sarebbe riuscito a fissare dei prezzi equi. 

Gallegati - Secondo il teorema di Greenwald-Stiglitz, “allocazioni efficienti da parte del mercato non possono essere raggiunte senza intervento dello Stato ogniqualvolta vi siano imperfezioni informative e/o mercati incompleti. […] In estrema sintesi, il teorema dimostra che i mercati reali sono inefficienti, ovvero che le condizioni necessarie (concorrenza perfetta, assenza di asimmetrie informative e così via) non sono mai verificabili [4]. Peraltro, ci sono economisti che continuano a pensare che abbia “pienamente senso che il prezzo delle mascherine si impenni. I prezzi più alti servono ad allocare le mascherine a chi ne ha veramente bisogno, e a scoraggiare quelli meramente ansiosi. Non è sciacallaggio. È razionalità”. Ma questo vuol dire che solo un ricco può permettersi l'ansia. 

Che ruolo deve avere lo Stato, quindi, per affrontare le crisi di breve e lungo periodo? Crisi pandemica e crisi climatica hanno bisogno di essere governate come quando si pianificarono le missioni Apollo per andare sulla Luna: avendo una visione. Ma questo significa che lo Stato dovrà addirittura sostituire i mercati? Ascolta l’approfondimento con Andrea Roventini.

Non ancora finita la crisi sanitaria, si riaffaccia la necessità di affrontare la crisi climatica. L’IPCC stima un impiego del 2.5% del PIL mondiale per la conversione ecologica verso lo scenario di aumento di temperatura di 1.5°C. Non dovrebbe essere ragionevole, quindi, pensare a come spendere piuttosto che a quanto spendere?

Gallegati - Sì. L’economia neoliberista ha, in una delle sue forme più estreme, una raccomandazione di politica economica assai semplice: lasciar fare al mercato e che lo Stato si occupi dei più fragili – come scriveva Marshall, di “vedove e orfani” – e delle recessioni e crisi, ossia di quando il mercato non funziona. Questa visione ha contribuito a produrre una crescita economica esponenziale, a scapito del capitale naturale, in definitiva noi stessi. Nonostante questo, alcuni economisti pretendono di suggerire ai politici ricette al fine di crescere di più – non di aumentare il nostro benessere, facendo coincidere questo con la quantità di beni e servizi a disposizione del consumatore senza riguardo alla Natura e alla Società – con dosi di flessibilità e austerità. Piuttosto che cercare solo una crescita più sostenuta, è ormai tempo di chiedersi “per chi” e “contro cosa”. Sembra non esistere altra via che cambiare l’attuale modello di sviluppo. La politica deve guidare il cambiamento dall’economia rapace all’economia del bene comune.

Cercare di misurare gli impatti sulla salute e sull'ambiente ci spinge sempre più ad utilizzare indicatori economici che superino il PIL, ad esempio gli indici di Benessere Equo e Sostenibile (BES) [5]. Quali sono i principali difetti del PIL? Perché il BES non riceve quantomeno la stessa attenzione?

Gallegati - Durante la grande depressione del 1929 le autorità di politica economica si trovarono sprovviste di un indicatore che, in qualche modo, li aiutasse a valutare la contingenza economica, l'occupazione e l'inflazione. Per questo negli Stati Uniti venne incaricato Simon Kuznets per elaborare uno schema di misurazione dell’economia. Dall'altra parte dell'Atlantico, Keynes i suoi collaboratori disegnano la costruzione del prodotto interno nota e ancora oggi usato come PIL. Lo schema manca di ogni relazione con il benessere e il capitale naturale. Di ciò abbiamo evidenza oggi con il problema del riscaldamento globale e dell'inquinamento. È come se l'economia si fosse cacciata in una trappola evolutiva cercando il profitto di breve periodo in contraddizione con la sua stessa sopravvivenza. Esistono ormai da molti anni degli indicatori che cercano di superare il PIL. In Italia, per esempio, l’ISTAT e il CNEL hanno prodotto il BES. Questo è entrato tre anni fa nel DEF (Documento di Economia e Finanza). Anche l’OCSE ha un indice chiamato Better Life [6]: tutti utilizzano un cruscotto di indicatori (economici, sociali e ambientali). Se questo riuscirà a soppiantare il PIL è – anche – legato al fatto che la visione mercatista dell'economia sia superata dalla visione che mette al suo centro l’uomo ed il suo benessere.

Come possono economia e finanza riuscire ad andare oltre il PIL? Quali sono le strategie già in atto per perseguire una crecita sostenibile e inclusiva? E i nuovi obiettivi di sviluppo sostenibile (Agenda 2030) possono essere la bussola di questo nuovo modo di intendere lo sviluppo? Ascolta l’approfondimento con Andrea Roventini.

 

Note
1. Appelli di economisti sulla gestione della crisi: https://www.repubblica.it/economia/2020/03/11/news/appello_degli_economisti_la_ue_adotti_msiure_per_fronteggiare_la_crisi_-250992416/, http://www.greenreport.it/news/economia-ecologica/ue-ecco-cose-necessario-fare-contro-la-recessione-da-coronavirus-lappello-di-67-economisti/, http://temi.repubblica.it/micromega-online/ue-appello-di-101-economisti-al-governo-non-firmate-quell-accordo/.
2. Mauro Gallegati insegna macroeconomia presso la Facoltà di Economia di Ancona “Giorgio Fuà”; è autore di numerosi lavori di ricerca sui temi legati alla complessità in economia, in collaborazione, tra gli altri, con Joseph Stiglitz, Bruce Greenwald, Domenico Delli Gatti e Stefano Battiston. I suoi due libri più recenti sono Acrescita (Einaudi, 2016) sull’inadeguatezza della teoria economica attuale e il più recente Condominio Terra, scritto con il biologo Roberto Danovaro, che disegna un’economia per tenere uniti società e ambiente (Gallegati M., Danovaro R., Condominio Terra, Slow Food, Giunti, 2019). 
3. Andrea Roventini, della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, esperto di analisi di sistemi complessi e degli effetti delle politiche monetarie, fiscali, tecnologiche e climatiche e membro della Task Force del Ministero per l’Innovazione Tecnologica e per la Digitalizzazione per l’uso dei dati contro il Covid-19.
4. Teorema di Greenwald, Wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/Teorema_di_Greenwald.
5. ISTAT, Indicatori di Benessere Equo e Sostenibile, introdotti con Legge 163/2016 primo firmatario On. Francesco Boccia: https://www4.istat.it/it/benessere-e-sostenibilit%C3%A0/misure-del-benessere/le-12-dimensioni-del-benessere
6. OCSE, Better Life Index: http://www.oecdbetterlifeindex.org/it/#/11111111111.
Bibliografia
Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, articoli sull’inserimento del principio di sviluppo sostenibile in Costituzione: https://asvis.it/home/46-2523/la-prossima-legislatura-deve-mettere-lo-sviluppo-sostenibile-nella-costituzione, https://asvis.it/home/46-5210/la-legge-di-bilancio-2020-e-lo-sviluppo-sostenibile.
Giovannini E. L’Utopia Sostenibile, Laterza, 2018.
Ministero per l’Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione, Task Force per l’uso dei dati: https://innovazione.gov.it/DM-task-force/.
Nazioni Unite, Agenda 2030: https://unric.org/it/agenda-2030/.
Raworth K., L’Economia della Ciambella, Edizioni Ambiente, 2017, trad. italiana.
Stockholm Resilience Centre, Contributions to Agenda 2030: https://www.stockholmresilience.org/research/research-news/2017-02-28-contributions-to-agenda-2030.html.
World Economic Forum, The Global Risks Report 2020, 2020: https://www.weforum.org/reports/the-global-risks-report-2020.
Audio delle due audio-interviste:
Tratto da YouTube Audio Library (senza bisogno di citazione).
Brani che necessitano di citazione:
Divertissement di Kevin MacLeod è un brano autorizzato da Creative Commons Attribution (https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/)
Fonte: http://incompetech.com/music/royalty-free/index.html?isrc=USUAN1100256
Artista: http://incompetech.com/ 

 


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