fbpx Luci e ombre del finanziamento della ricerca | Scienza in rete

Luci e ombre del finanziamento della ricerca

Primary tabs

Tempo di lettura: 3 mins

Non c’è dubbio che il Ministero della Salute abbia instaurato, quando era Ministro Ferruccio Fazio, un sistema meritocratico e qualitativo per la valutazione dei progetti di ricerca nell’ambito dei bandi della Ricerca Finalizzata e Progetti Giovani Ricercatori (vedere su l'articolo su Scienza in Rete, 19 Luglio u.s.). Un altro fatto positivo è che questi progetti, finanziati con ben 101 milioni nell’ultimo bando concluso nel corso del 2011 con le assegnazioni dei fondi, siano diventati accessibili alla partecipazione di tutti i ricercatori biomedici. La loro valutazione meritocratica è stata e rimane in Italia una delle poche realizzate nei bandi pubblici, e contrasta positivamente con le valutazioni dei Progetti di Ricerca di Interesse Nazionale (PRIN) del Ministero dell’Istruzione e Università, che finora sono stati finanziati con criteri non certo trasparenti e sicuramente non meritocratici. Né i criticatissimi criteri di partecipazione con stringenti e discutibilissimi limiti numerici ai bandi PRIN recentemente emessi il 27 dicembre u.s.(vedi articolo di Guido Tabellini, e quello di Fabio Beltram e Chiara Carozza, Sole 24 Ore) fanno pensare che il Ministro Profumo voglia cambiare realmente questa situazione nell’ambito del suo Ministero!

Per quanto riguarda il Ministero della Salute, insieme alle luci rimangono peraltro alcune ombre sulle assegnazioni dei fondi agli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) in base alla loro produzione scientifica annuale (la cosiddetta Ricerca Corrente). Se infatti da un lato il Ministero fa una classifica obiettiva e trasparente di merito basata sull’Impact Factor (e quindi sul numero e la qualità delle pubblicazioni dei vari IRCCS), ne tiene poi conto assai parzialmente quando assegna i fondi (vedi Tabella). Tanto per fare un esempio, il San Raffaele e l’Ospedale Maggiore Policlinico di Milano si piazzano al primo e secondo posto in Italia fra gli IRCCS per la loro produzione scientifica. La più recente classifica del 2011 registra 3.917 punti di Impact Factor per il San Raffaele (4% in più rispetto all’anno precedente) e 2.968 per il Policlinico (15% in più) (vedi Tabella, che elenca per omogeneità 6 IRCCS della Lombardia, la loro produzione scientifica e i relativi finanziamenti 2011). La produzione scientifica del San Raffaele è stata quindi di circa il 25% maggiore di quella del Policlinico, ma le assegnazioni per la Ricerca Corrente sono peraltro ben lontane dal mantenere questo rapporto: al San Raffaele sono stati assegnati il doppio dai fondi del Policlinico (€ 17.432.623 contro 8.654.556). Né vi è una proporzione per quanto riguarda gli altri IRCCS Lombardi, come si può vedere nella tabella dai dati che esprimono l’entità del finanziamento per punto di Impact Factor!

Come mai? Il Ministero della Salute afferma che la produttività scientifica degli IRCCS è solo uno dei criteri utilizzati per finanziare la Ricerca Corrente. Altri criteri sembrano essere la capacità di attrarre risorse finanziare esterne, l’appropriatezza della produzione scientifica nell’ambito della disciplina di riferimento di ogni IRCCS , nonché la valutazione dei progetti scientifici presentati nell’ambito della Ricerca Corrente: criteri poco obbiettivi e trasparenti, e quindi tali da poter inficiare una valutazione obiettivamente meritocratica come quella legata all’Impact Factor. L’ovvio auspicio è che il nuovo Ministro della Salute dia il via ad un nuovo corso, con una maggiore corrispondenza tra finanziamenti e produzione scientifica, anche per gli IRCCS.

Tabella | Produzione scientifica degli IRCCS della Lombardia nell'ambito della ricerca corrente 2010 e 2011 e relativi finanziamenti

IRCCSImpact factor totale 2010Impact factor totale 2011Variazione percentuale 2010-2011Finanziamento 2011Finanziamento per punto di impact factor
San Raffaele MI3.7643.9174%17.432.6234.450
Fondazione Cà Granda MI2.5722.96815%8.654.5562.916
San Matteo PV2.0871.820-13%8.198.0404.504
Istituto Tumori MI1.8201.742-5%9.154.6425.255
Istituto Europeo di Oncologia MI1.5001.6499%8.062.3514.889
Istituto Clinico Humanitas MI1.1231.2319%2.065.4311.678
Articoli correlati

Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

Solo il 3,5% delle città europee monitorate ha una buona qualità dell’aria

Inquinamento atmosferico cittadino

Solo 13 città europee tra quelle monitorate su 370 circa rispettano il limite OMS di 5 microgrammi per metro cubo annui di PM2,5. La svedese Uppsala è la prima. Nessuna di queste è italiana. Nonostante la qualità dell'aria e le morti associate sono in continuo calo in Europa, serve fare di più.

Immagine: Uppsala, Lithography by Alexander Nay

La maggior parte delle città europee monitorate non rispetta il nuovo limite dell’OMS del 2021 di 5 microgrammi per metro cubo all’anno di concentrazione di PM2,5. L’esposizione a particolato atmosferico causa accresce il rischio di malattie cardiovascolari, respiratorie, sviluppo di tumori, effetti sul sistema nervoso, effetti sulla gravidanza.