fbpx Lingua e segni nella nostra evoluzione | Scienza in rete

Lingua e segni nella nostra evoluzione

Primary tabs

Read time: 1 min

Francesco Pavani, del Center for Mind/Brain Sciences (CIMeC) dell’Università di Trento, è stato uno dei protagonisti del Festival della Scienza di Genova dove si è parlato di linguaggio e cervello umano. Nell'incontro "Segni che lasciano il segno" si è esaminato come, nel corso della nostra evoluzione, diverse forme comunicative si sono succedute. La specie umana ha sviluppato, infatti, la straordinaria abilità di utilizzare rappresentazioni simboliche per comunicare e, allo stesso tempo, la capacità di utilizzare modalità linguistiche diverse, parlate e visive, e di apprenderne di nuove.


Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

L’Università è sotto attacco: bisogna battersi per garantirle un futuro

Immagine di un uomo arancione che galleggia in aria contro uno sfondo blu e la scritta "Il futuro dell'Università in Italia"

A Firenze martedì 18 marzo un workshop organizzato dalla Scuola Normale Superiore punta un faro sulla necessità di difendere il futuro dell’università in Italia, in un contesto nazionale e internazionale di attacchi espliciti – a partire da quelli di esponenti della nuova amministrazione USA –, ma anche di minacce concrete alla libertà di ricerca e di espressione, di calo delle risorse, di cambiamenti istituzionali. Al centro delle preoccupazioni il ruolo dell’università in Italia, i rischi connessi alla crescente fuga di cervelli, l'insufficienza dei finanziamenti, l’aumento del precariato tra ricercatori e docenti, l’incremento di studenti delle università telematiche private.

Proprio mentre sui media si celebrano i risultati delle università italiane nella ennesima classifica delle migliori università al mondo, le università sono in realtà soggette a un duro attacco.