fbpx COP28: intervista a Giulia Galluccio | Scienza in rete

Il bicchiere mezzo pieno della COP28: intervista a Giulia Galluccio

Tempo di lettura: 1 min
--

Prima, dopo e durante la COP28 si sono susseguite analisi e osservazioni sugli eventi in corso. L’annuncio col botto del finanziamento del fondo Loss and damage, i commenti poco raccomandabili del presidente Al Jaber, il testo finale con la nuova formula “transitioning away”. Come sempre, i negoziati sono un compromesso di posizioni diverse, ma, viste le premesse sul paese ospitante e la presenza di migliaia di pericolosi e potenti lobbisti del petrolio, poteva andare molto peggio. Soprattutto, è la prima volta che in un testo ufficiale, approvato da tutti i paesi del mondo, si riconosce che la causa del riscaldamento globale sono i combustibili fossili. Sono decenni che la ricerca scientifica lo dice: meglio tardi che mai.

Di questo e altro, come i complessi meccanismi finanziari, parliamo con Giulia Galluccio, che dirige la divisione di ricerca del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici, l’Information Systems for Climate science and Decision-making e che è stata a Dubai a seguire la COP28 e dove ha partecipato all’evento Future Earth Research School, High-Level Education for a Sustainable Future and Green Jobs.

 

Intervista, musica e montaggio: Jacopo Mengarelli. Immagine di copertina: UNFCCC. Fonti audio: BloombergQuicktake, Guardian News
Articoli correlati

Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

La salute di giovani transgender in mani transfobiche?

A metà maggio il ministro della Salute e la ministra della Famiglia, natalità e pari opportunità hanno firmato un decreto che istituisce un tavolo congiunto sulla disforia di genere i cui 29 membri dovranno effettuare «una ricognizione delle modalità di trattamento». Un paio di giorni dopo la ministra ha esplicitato che per lei l’identità sessuale deve rimanere binaria, come vuole la biologia, dimostrando di ignorare quello che la biologia riconosce da tempo: un ampio spettro di identità di genere. Abbastanza per temere che l’approccio di lavoro di questo tavolo possa essere guidato più dall’ideologia che dalla ricerca scientifica.

Crediti: Foto di Katie Rainbow/Unsplash

Suona davvero un po’ beffardo. Solo pochi giorni fa il ministro della Salute Orazio Schillaci e la ministra della Famiglia, la natalità e le pari opportunità Eugenia Roccella hanno firmato un decreto che istituisce un tavolo tecnico di approfondimento sulla disforia di genere «per una ricognizione delle modalità di trattamento di tale condizione nel territorio nazionale».