È Ilaria Zanardi la vincitrice della seconda edizione italiana di FameLab 2013, tenutasi a Perugia alla sala dei Notari. “Ho deciso di partecipare convinta da un mio amico e ho pensato di raccontare qualcosa che prima di tutto incuriosisse me”, ha raccontato la ricercatrice dell’Istituto di Biofisica del CNR di Genova (IBF-CNR). A incuriosirla è stata una domanda affascinante: quali sensi ha sviluppato il nostro corpo oltre i cinque ai quali siamo stati abituati a pensare fin da piccoli? Alla finale nazionale hanno preso parte i 14 finalisti provenienti dalle sette selezioni svoltesi a Genova, Trento, Trieste, Bologna, Ancona, Perugia e Roma. Seguendo il format che è il marchio di fabbrica di FameLab (tre minuti, niente immagini, al massimo piccoli oggetti di uso comune) i 14 concorrenti hanno spaziato su tutti i campi della scienza: dall’uso di strumenti nelle scimmie alla neurobiologia dell’invidia; dallo studio degli asteroidi alle cellule staminali; dagli organismi estremofili alla genetica dell’omosessualità. Il secondo posto è andato a Manuele Biazzo, biotecnologo, che ha saputo coinvolgere il pubblico con una presentazione dedicata alla flora batterica intestinale e del suo ruolo fondamentale per il nostro organismo. A metà serata c’è stato spazio per un collegamento con Napoli, da dove AnneMarie Bruyas, responsabile delle relazioni internazionali della Fondazione Città della Scienza, ha ricordato la campagna di sensibilizzazione per la ricostruzione di Città della Scienza. La giuria popolare, invece, ha attribuito il primo posto a Annalisa Mierla, dottoranda in Scienze Biochimiche e Biotecnologiche presso Università degli Studi di Perugia. Annalisa ha trasformato una matrioska in uno strumento per visualizzare i vari stadi del processo di respirazione del nostro corpo fino a illustrare che fine faccia l’ossigeno che respiriamo. A Simone Kodermaz, neolaureato in fisica presso l’Università di Trieste è andato il premio speciale per le scienze fisiche, assegnato congiuntamente da INAF e INFN sulla base delle esibizioni registrare durante le selezioni locali. FameLab 2013 è stata un’edizione dai grandi numeri, a distanza di solo un anno, infatti, sono aumentati i partecipanti e il pubblico nelle sale è sempre più partecipe. Appuntamento ora dal 6 al 9 giugno a Cheltenham, dove la “nostra” Ilaria Zanardi andrà a sfidare i 24 vincitori delle altre edizioni nazionali.
I cinque sensi trionfano a FameLab 2013
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Il progetto Onfoods in prehistory ha voluto comprendere e ricostruire l’eredità di una agricoltura sostenibile nata nella preistoria, migliaia di anni, fa e in grado oggi di rappresentare un modello di riferimento. E lo ha fatto con particolare attenzione alla condivisione di questi valori con un pubblico più ampio possibile, sottolineando quanto si può imparare dalla ricerca archeologica e dalle comunità dell’età del Bronzo in termini di alimentazione sostenibile. Ce ne parla il gruppo di ricerca che ha portato avanti il progetto.
Nell'immagine: attività di archeologia sperimentale dimostrativa con cottura di una zuppa di lenticchie e una di roveja, con ceramiche riprodotte sperimentalmente sulla base dei reperti ceramici del villaggio dell’età del Bronzo di Via Ordiere a Solarolo (RA).
Pluridecennali ricerche sul campo, condotte da Maurizio Cattani, docente di Preistoria e Protostoria dell’Università di Bologna, e dal suo team, hanno permesso di riconoscere nell’Età del Bronzo il momento in cui si è definito un profondo legame tra la conoscenza del territorio e la sostenibilità della gestione delle sue risorse. Questa caratteristica ha infatti consentito alle comunità dell’epoca di prosperare, dando vita a villaggi sempre più stabili e duraturi nel corso del tempo.