La scoperta presso il sito archeologico di Xultùn (Guatemala) di una stanza risalente agli inizi del IX secolo d.C. con le pareti decorate e un gran numero di geroglifici con calcoli di calendari dà probabilmente il colpo di grazia al mito della profezia Maya della fine del mondo nel 2012.
Secondo William Saturno (Boston University), coordinatore del team di archeologi che hanno compiuto la scoperta seguendo un tunnel scavato anni fa per saccheggiare la stanza, molto probabilmente si tratterebbe della bottega di uno scriba Maya. Oltre alle interessanti pitture che raffigurano un re e i suoi accompagnatori, infatti, due muri presentano un gran numero di geroglifici neri, rossi e talvolta incisi nelle pareti. Molti di questi geroglifici sono vere e proprie tavole di calcolo astronomico riguardanti i movimenti della Luna – forse anche di Marte e Venere – utilizzate dai Maya per la compilazione dei calendari.
Nello studio, pubblicato su Science,
Saturno e collaboratori sottolineano come di queste tavole,
individuabili nei documenti del cosiddetto Periodo Postclassico (dal
1300 al 1521 d.C.), non ne sia mai stato rinvenuto nessun esemplare
in epoche precedenti. Quelle scoperte nella bottega dello scriba di
Xultùn sarebbero dunque di gran lunga le più antiche mai rinvenute
finora. La decifrazione dei calcoli rinvenuti sulle pareti ha
permesso di individuarne alcuni che si riferiscono a date collocate
anche 7000 anni nel futuro. Sembra dunque senza alcun fondamento
l'idea che per i Maya l'anno 2012 rivestisse un significato
particolare nel loro computo del tempo.
Il fatto che in quella bottega uno
scriba si arrabattasse con calcoli e tabelle per stilare calendari
che si spingevano anche per alcune migliaia di anni nel futuro indica
in modo evidente che la profezia di un anno particolare in cui
dovesse terminare il mondo fosse del tutto estranea al pensiero dei
Maya. Basterà per i creduloni?