fbpx Calciare secondo il sesso | Scienza in rete

Calciare secondo il sesso

Read time: 1 min

In uno studio si evidenziano notevoli differenze tra il modo di calciare il pallone di un uomo e quello di una donna suggerendo che in tali differenze va probabilmente ricercata la spiegazione di alcuni traumi al ginocchio.
Per raccogliere i dati necessari allo studio, l'ortopedico Robert Brophy (Washington University School of Medicine) e collaboratori hanno applicato a 25 calciatori (13 uomini e 12 donne) 16 elettrodi e 21 marker catarifrangenti e hanno ripreso con una decina di videocamere i loro movimenti mentre calciavano un pallone. L'analisi tridimensionale dei movimenti e l'esame dei muscoli coinvolti ha permesso di scoprire significative differenze tra i sessi.
Oltre a un differente allineamento del ginocchio si è trovato che nei maschi l'attivazione dei muscoli dell'arto utilizzato per calciare è almeno quattro volte superiore a quanto rilevato per le femmine. Analogo risultato per alcuni muscoli connessi all'arto di appoggio: l'attivazione del gluteus medius e del vastus medialis risulta nell'uomo doppia rispetto alla donna. Secondo Brophy queste differenze potrebbe essere la chiave per comprendere come mai le donne che praticano il calcio sono due volte più soggette a infortuni del legamento crociato anteriore rispetto ai loro colleghi maschi.
Lo studio è stato pubblicato questo mese su The Journal of Bone and Joint Surgery.

American Academy of Orthopaedic Surgeons

Autori: 
Sezioni: 
Medicina

prossimo articolo

Pubblicare in medicina: un libro sui problemi (e le possibili soluzioni) dell'editoria scientifica

Un’industria ipertrofica cresciuta a spese dei meccanismi di produzione culturale della scienza. Un’industria dai profitti enormi e senza margini di rischio, capace di farsi credere indispensabile da chi la ingrassa credendo di non avere alternative. Il libro di Luca De Fiore, documentatissimo e spietato, procede per quattordici capitoli così, con un’analisi di rara lucidità sui meccanismi del, come recita lo stesso titolo, Sul pubblicare in medicina. Con il quindicesimo capitolo si rialza la testa e si intravede qualche possibile via d’uscita. Non facile, ma meritevole di essere considerata con attenzione soprattutto da chi, come ricercatore, passa la vita a “pubblicare in medicina”, o a cercare di.

A spanne il problema lo conosciamo tutti. Per fare carriera, un ricercatore ha bisogno di pubblicazioni. Le pubblicazioni, per definizione, devono essere pubblicate, e a pubblicarle sono le riviste scientifiche. Ma siccome, dicevamo, il ricercatore ha bisogno di pubblicare, i suoi articoli li regala alla rivista, anzi li manda speranzoso di vederli in pagina.