I ricercatori dell’Anderson Cancer Center dell’Università del Texas hanno dimostrato che le cellule staminali che innescano la formazione del glioblastoma, il più letale dei tumori cerebrali, riescono anche a ingannare e tenere a bada il sistema immunitario che dovrebbe eliminare le cellule anomale. In particolare, bloccano l’azione dei linfociti T, deputati a riconoscere e distruggere le cellule anormali. Nel lavoro pubblicato su Clinical Cancer Research mostrano che per raggiungere il loro scopo le staminali del tumore agiscono in tre modi: producono sostanze che inibiscono l’azione dei linfociti T, li stimolano a differenziarsi verso cellule regolatorie che frenano le risposte immunitarie e infine le eliminano del tutto, istigandole al suicidio programmato, l’apoptosi.
«La nostra scoperta spiega l’osservazione, fatta da tempo, che i malati di cancro in generale e quelli con tumori al cervello in particolare hanno difese immunitarie ridotte» dice Jun Wei, neurochirurgo del primo centro oncologico degli Stati Uniti, «e ci offre nuovi indizi per intervenire a questo livello».
Prima di tutto i ricercatori hanno osservato che è possibile spingere queste cellule staminali a differenziarsi verso cellule nervose normali. Inoltre, in un altro studio, pubblicato su Molecular Cancer Therapeutics, hanno dimostrato che in questi cloni è particolarmente attiva la via dei trasduttori di segnale e degli attivatori di trascrizione denominata STAT3. Waldemar Priebe, dello stesso centro oncologico, ha già messo a punto una sostanza capace di bloccarla, che si è rivelata efficace, almeno nei topi su cui è stata sperimentata.
Clinical Cancer Research 2010; 16: 461
Mol Cancer Ther 2010; 9 : 67