Quando siamo in attesa di un evento negativo, di solito
esitiamo prima di agire. Ma qualche volta possiamo lasciarci andare. Ricercatori
della Radboud University di
Nijmegen, nei Paesi Bassi, hanno dimostrato che quando affrontiamo una “punizione”
o qualcosa di spiacevole, i livelli della serotonina prodotta dal cervello
possono influenzare le nostre azioni.
“Quando ci viene promessa una ricompensa, istintivamente
tendiamo ad agire. Quando invece ci aspettiamo qualcosa di negativo,
istintivamente ci tiriamo indietro” ha detto Hanneke den Ouden del Donders Institute for Brain Cognition and
Behaviour durante il Forum europeo delle
Neuroscienze.
Gli scienziati sanno che la serotonina, così come la
dopamina neurochimica, aiuta a regolare il comportamento. Ma mentre sulla dopamina
sappiamo molte cose, il ruolo della serotonina è decisamente meno chiaro. Si
pensa che la serotonina c’entri con il rinforzamento dell’apprendimento, e con
la motivazione che deriva da questo rinforzamento. In questo contesto, la
ricerca condotta da den Ouden e colleghi sta aiutando a chiarire la particolare
connessione che esiste tra la serotonina e la risposta comportamentale di
fronte a eventi avversi.
“In generale, abbiamo scoperto che la serotonina sembra
coinvolta nell’elaborazione di ‘eventi negativi’ come una punizione, effettiva
o attesa” spiega la ricercatrice. “Le ricerche passate mostravano un paradosso.
I cambiamenti dei livelli di serotonina sono associati alla depressione, in
particolare quella che sorge durante l’elaborazione di eventi negativi. Ma i
cambiamenti di serotonina sono anche legati a disturbi legati all’aggressività
e all’impulsività, in particolare a seguito dell’eccessiva reazione a eventi
negativi. Quindi è chiaro che la serotonina è un neurotrasmettitore molto
importante all’interno di un vasto range di comportamenti”.
Den Ouden e colleghi hanno messo a punto un ampio studio
genetico su circa 700 persone, condotto a partire da un gioco online. A seconda
delle scelte, i partecipanti ricevevano ricompense o punizioni: i geni
ereditari della serotonina influenzavano la probabilità che i soggetti
modificassero il proprio comportamento subito dopo la punizione, ma non dopo la
ricompensa.
“Ma subito dopo aver ricevuto un feedback negativo, a
seconda delle varianti del gene della serotonina, potevano essere più o meno
propensi a cambiare scelta” dice den Ouden. Questo studio mostra così che i
geni associati alla serotonina giocano un ruolo cruciale nella formulazione
delle decisioni sul futuro prese sulla base di esperienze passate.
Un altro studio ha analizzato invece il ruolo della
serotonina nell’inibizione. Il gruppo di den Ouden ha esaminato i cosiddetti “bias
avversi”, risposte scatenate da punizioni o eventi negativi che spingono le
persone a tirarsi indietro.
“Di fronte a qualcosa di piacevole o gratificante, ci
facciamo avanti. Ma se vediamo qualcosa di negativo o minaccioso, battiamo in
ritirata” spiega den Ouden. “Ciò che noi ci siamo chiesti, è se la serotonina
sia coinvolta nel preciso momento di questa inibizione delle nostre risposte
agli stimoli”.
Per rispondere a questa domanda, i ricercatori hanno
strutturato un altro gioco al computer, dove i partecipanti dovevano premere un
bottone per essere ricompensati ed evitare le punizioni. “Le scelte automatiche
delle persone erano di premere il bottone più frequentemente quando si
aspettavano effetti positivi, e meno quando si aspettavano effetti negativi”
racconta den Ouden.
Durante l’esperimento, venivano mostrate sullo sfondo
immagini positive o negative: le prime inducevano i partecipanti a premere il
bottone, le seconde invece li frenavano.
“Le immagini indipendenti dovrebbero essere irrilevanti,
ma il condizionamento automatico agisce sempre sul nostro comportamento”
osserva la ricercatrice.
Eppure, quando i livelli di serotonina di alcuni
partecipanti venivano abbassati da una particolare bevanda amminoacida,
l’influenza delle immagini negative svaniva. “Quindi, l’abbassamento della
serotonina induceva le persone a premere di più il bottone: in altre parole, la
serotonina sembra rimuovere la nostra inibizione di fronte agli eventi
negativi”.
Queste scoperte chiariscono il legame della serotonina
con le scelte comportamentali, e potrebbero offrire nuove spiegazioni di come i
livelli di serotonina influenzano disturbi legati all’aggressività.
Ora il prossimo passo sarà identificare attraverso le
tecniche di imaging le aree del cervello che permettono alle persone di
superare i “bias avversi” durante azioni contro-intuitive, come prendere una
posizione per evitare punizioni, o al contrario non agire per ottenere una
ricompensa.
Gli scienziati sperano che questi sviluppi nella ricerca arrivino a spiegare come la depressione può essere correlata all’aggressività o all’impulsività, e perché alcune persone sono più vulnerabili di altre. La relazione tra serotonina e scelta comportamentale potrebbe così far capire meglio i meccanismi alla base di questi disturbi.