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Un premio per l'innovazione

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Si è svolta il 14 giugno a Roma, presso la Sala degli Atti Parlamentari della la Biblioteca del Senato "Giovanni Spadolini" l’Assemblea annuale di Assobiotec, l’associazione nazionale per lo sviluppo delle biotecnologie che riunisce, nell’ambito di Federchimica, più di 120 associati tra aziende e parchi scientifici e tecnologici.

Oltre al Presidente di Assobiotec, Alessandro Sidoli, all’Assemblea sono intervenuti Riccardo Pietrabissa, Presidente di Netval, Rino Rappuoli, Responsabile globale della Ricerca Vaccini di Novartis, Luca Pani, Direttore dell’Agenzia Italiana del Farmaco e Andrea Bianchi, Direttore Generale del Ministero dello Sviluppo Economico.

Nell’occasione si è svolta inoltre la cerimonia di consegna dell’ Assobiotec Award , istituito da Assobiotec nel 2008 per dare un riconoscimento alle personalità e agli enti che si sono particolarmente distinti nella promozione dell’innovazione, della ricerca scientifica e del trasferimento tecnologico nel settore delle biotecnologie. Quest’anno il premio è stato assegnato a Rino Rappuoli, quale riconoscimento dello straordinario valore delle sue scoperte scientifiche in campo immunologico, che hanno permesso da un lato di sviluppare numerosi vaccini di fondamentale importanza per la prevenzione delle principali malattie infettive, contribuendo alla salvaguardia della salute pubblica, dall’altro di fare dell’Italia, e in particolare di Siena, un polo d’eccellenza a livello internazionale in questo importante settore della ricerca. “Mi onora particolarmente ricevere questo importante premio proprio per quello che rappresenta: innovazione e biotecnologie”, commenta Rino Rappuoli, “Il 21esimo secolo è – e sarà ricordato – come il secolo delle biotecnologie che stanno conferendo all’innovazione un nuovo ritmo e ancor più importanti ricadute per la salute di tutti noi. Le biotecnologie stanno dimostrando di essere non solo motore dell’innovazione ma anche fattore determinante per quella crescita economica che sembra oggi così difficile da raggiungere e consolidare. La capacità propulsiva di questa disciplina è destinata a rafforzarsi anche nel futuro e in proposito la regione Toscana sta facendo passi importanti grazie alla presenza di realtà con un impegno e una tradizione non comuni, come Novartis Vaccines and Diagnostics e al nuovo distretto tecnologico delle scienze della vita, che unisce tutte le competenze presenti sul territorio, rendendole parte del sistema e competitive a livello internazionale.”

Nel fare il punto sullo stato del settore, il Presidente di Assobiotec, Alessandro Sidoli, ha sottolineato come al mondo della ricerca biotecnologica si associ in Italia una realtà industriale estremamente dinamica e competitiva, anche se non mancano segnali molto preoccupanti. “Nonostante la difficilissima congiuntura finanziaria in cui si trovano a operare, le nostre imprese dimostrano una straordinaria capacità di crescere, e di aumentare e ottimizzare i propri investimenti in termini di creazione di valore. Tuttavia, per la prima volta, il bilancio tra le imprese nuove nate e quelle che hanno dovuto cessare la propria attività, mostra un segno negativo e molte, troppe, delle tante piccole medie imprese che costituiscono il tessuto vitale del biotech italiano soffrono di una ormai cronica carenza di liquidità, tale da metterne in discussione la sopravvivenza stessa”.

“E mentre l’Europa punta sulle biotecnologie, quali tecnologie abilitanti per la realizzazione di un nuovo modello di sviluppo sostenibile, e pone la bioeconomia al centro della propria strategia per ridurre la dipendenza dal petrolio, valorizzare le fonti di energia rinnovabili, riqualificare le produzioni agricole e creare nuova e qualificata occupazione, la nostre Istituzioni sembrano non comprendere la necessità e l’urgenza con cui occorre dotarsi di adeguate politiche di sostegno all’innovazione, oggi più che mai indispensabili non solo per la sopravvivenza del settore ma anche, e soprattutto, per il rilancio dell’intero sistema produttivo”.

“La condizione di perenne incertezza delle norme di riferimento e delle risorse finanziarie disponibili, impedisce alle nostre imprese qualsiasi forma di programmazione anche nel breve periodo, scoraggiando l’avvio di nuovi investimenti tecnologici e produttivi, con quanto ne consegue anche in termini occupazionali” ha sottolineato il Presidente Sidoli.“Tristemente esemplare, a tale proposito, la vicenda del decreto sviluppo, attualmente all’attenzione del Governo,  che si è andato via via svuotando di contenuti, fino a perdere del tutto consistenza in termini di reali incentivi alla ricerca e all’innovazione”.

“D’altra parte, la prospettiva di partecipare all’affermazione della bioeconomia, come nuovo modello di sviluppo sostenibile, costituisce una sfida imperdibile per l’intero sistema Paese – ha concluso Sidoli – e ed è un’opportunità che anche le nostre imprese meritano di potere cogliere. Poiché è proprio in questo scenario che il biotech italiano e le sue PMI, in particolare, vogliono e possono giocare un ruolo fondamentale. Per farlo, anche il nostro Paese deve urgentemente adottare un piano nazionale per lo sviluppo della bioeconomia”.

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Sebbene l’Europa sia il continente che sta registrando i più rapidi aumenti delle temperature a livello globale, al momento è impreparata ad affrontarne le conseguenze. I rischi climatici minacciano molteplici ambiti: sicurezza energetica e alimentare, gli ecosistemi, le infrastrutture, le risorse idriche, la salute dei cittadini. Secondo l’Agenzia europea dell’ambiente (AEA), molti di questi rischi hanno già raggiunto livelli critici, che potrebbero diventare catastrofici in assenza di interventi rapidi. Il report European Climate Risk Assessment (EUCRA) evidenzia come la combinazione tra i pericoli climatici e i pericoli non climatici accresca complessivamente i rischi economici, sociali e ambientali a cui la collettività è esposta. Inoltre, il report mette in luce i collegamenti tra diversi rischi e la loro capacità di diffondersi sia da un settore a un altro sia da una regione all’altra.

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