fbpx Nuove prospettive nello studio della SLA | Page 2 | Scienza in rete

Nuove prospettive nello studio della SLA

Read time: 2 mins

Nikolay Dokholyan a Milano per spiegare il rapporto fra proteine anomale e malattie neurodegenerative

Studiare la natura e il comportamento delle proteine può essere la strada giusta per comprendere le cause di malattie come la sclerosi laterale amiotrofica o la fibrosi cistica. Ne è convinto Nikolay Dokholyan, professore di biochimica e biofisica all’Università della North Carolina, che martedì 23 febbraio sarà all’Università di Milano per un seminario organizzato dal Centro per la complessità e i biosistemi, dal titolo From etiology to therapeutics of the Lou Gehrig’s disease.

Il gruppo di ricerca diretto da Dokholyan combina un ampio ventaglio di competenze nei campi della fisica, della chimica e della biologia, con lo scopo di studiare la struttura delle proteine e il modo in cui interagiscono fra di loro. Può infatti capitare che esse assumano forme anormali, perdendo la loro funzione o, in alcuni casi, aggregandosi fra di loro. Questi aggregati possono bloccare alcune attività dell’organismo, dando quindi origine a una serie di malattie che include il morbo di Alzheimer, il morbo di Parkinson, le amiloidosi, la fibrosi cistica.

A questo gruppo appartiene anche la sclerosi laterale amiotrofica, malattia per la quale non esiste una cura nota e che sarà al centro dell’intervento di Dokholyan a Milano. Il suo gruppo di ricerca sta infatti studiando una proteina, SOD1, il cui anormale accumulo potrebbe giocare un ruolo di primo piano nell’origine di questa malattia neurodegenerativa. Combinando l’uso di simulazioni computazionali ed esperimenti su modelli animali, Dokholyan e i suoi colleghi hanno due obiettivi: il primo è di determinare le cause, i meccanismi e le conseguenze dell’irregolare aggregazione di SOD1 nella sclerosi laterale amiotrofica, soprattutto nelle fasi iniziali della malattia, quando la proteina è ancora solubile e quindi più sensibile a eventuali trattamenti. Il secondo obiettivo consiste nel testare possibili farmaci in grado di stabilizzare la struttura di SOD1, con lo scopo di impedire la formazione degli aggregati tossici.

Un risultato, questo, che potrebbe avere un grande impatto sulla medicina moderna e sullo sviluppo di nuove strategie terapeutiche.

Autori: 
Sezioni: 
Free tag: 
Complessità

prossimo articolo

Ecco la nuova mappa della crisi climatica europea firmata WMO e Copernicus

Il 2023 è stato un anno da record per l’Europa. La sfida è tenere alta l’attenzione sugli impatti climatici nonostante la stessa parola “record” ormai stia già saturando gli organi di informazione. Eppure, i 49°C in Sicilia sono un record, come altri numeri del nuovo rapporto sullo stato del clima europeo appena pubblicato da Copernicus. Cogliamo l’occasione per ricordare qualche buona notizia e i prossimi appuntamenti elettorali decisivi per i prossimi anni di transizione ecologica.

Foto di Markus Spiske su Unsplash

Nel 2023 in Europa le temperature sono state superiori alla media per undici mesi, con il settembre più caldo mai registrato.