fbpx L’Aquila: il racconto oltre la sentenza | Scienza in rete

L’Aquila: il racconto oltre la sentenza

Primary tabs

Read time: 2 mins

La mistificazione dei commenti che hanno accompagnato la storica sentenza del tribunale italiano contro gli scienziati che componevano la Commissione grandi rischi dopo il terremoto a L'Aquila impone, a distanza di tempo, riflessioni che vadano oltre il merito stesso della sentenza. Rilevante, ai fini di un dibattito esauriente tra esperti di campi diversi del sapere, non è tanto chi ha torto o ha ragione, ma perché si sia fatta tanta confusione narrativa a fronte di una sintesi chiara degli assunti di fondo dell’impianto accusatorio. Se ne discuterà nel convegno organizzato dal Centro MaCSIS, in collaborazione con Scienzainrete.

Prendere decisioni in condizioni di incertezza costituisce una fonte di valori per la comunità, ma si direbbe che in Italia manchi  una “cultura del rischio”, una cultura che si costruisce e si insegna, non si improvvisa. E i media, anche il giornalismo scientifico, devono aver risentito di questa carenza culturale. La confusione mediatica alla sentenza potrebbe infatti essere letta come l’esito spontaneo di un Paese – di una cultura – che non ha (avuto) categorie all’altezza della situazione (oltre ai soliti personalismi e ai toni esasperati).

Il cittadino tuttavia non sembra più disposto a farsi trattare da “eterno bambino”: il web ha dimostrato (dimostra) un'orizzontalità del sapere. L’esperto si trova spesso spiazzato da questi nuovi cittadini esigenti e informati, come lo è il medico che non vuol sentire quel che il paziente ha trovato su Internet (al di là di ciò che ha trovato). La rete appare come un sintomo che qualcosa non funziona e conferma quel “fastidio” crescente verso una cultura paternalistica che “tranquillizza”, come hanno fatto gli esperti della Commissione grandi rischi, e non tiene conto della incertezza del processo scientifico e della complessità dei messaggi da trasmettere.

La mistificazione della comunicazione a L'Aquila non riguarda solo il terremoto del 2009 ma anche quello che è accaduto dopo. Tanto da far parlare di due terremoti. Il secondo è stato quello operato con la disconnessione, attraverso il trasferimento forzoso e di massa degli aquilani fuori dalla città, che ha separato le persone dalle proprie vite, e le ha tenute lontane dalla possibilità di compiere scelte. Cosa che ha reso sempre più passivi i cittadini, e ha avuto l’effetto di frammentare, oltre ai luoghi e agli spazi, il tempo di una comunità. Ha separato il tempo delle persone da quello della città; il tempo di una parte delle persone da quello di altre.

La partecipazione è aperta a tutti. Per informazioni: [email protected].

Sarà possibile seguire il convegno in diretta streaming (anche su Scienzainrete) e porre domande via Twitter sul canale @colpodiscienza con l’hashtag #sentenzaAquila.

Autori: 
Sezioni: 
MaCSIS

prossimo articolo

La Valle dei dinosauri ritrovata nel Parco dello Stelvio

parete di roccia

Nel cuore delle Alpi, a 2500 metri di quota, si conserva la memoria di un mondo perduto. Pareti quasi verticali di Dolomia Principale, un tipo di roccia sedimentaria, custodiscono migliaia di impronte lasciate 210 milioni di anni fa da dinosauri erbivori che camminavano lungo le rive di un mare tropicale ormai scomparso. Una scoperta eccezionale, avvenuta nel Parco Nazionale dello Stelvio, che apre una finestra senza precedenti sul Triassico europeo e sulla vita sociale dei primi grandi dinosauri.

Prima della formazione delle Alpi, qui esisteva un paesaggio incredibilmente differente. Immaginate una distesa tropicale pianeggiante, lambita dalle acque di un oceano poco profondo e ormai scomparso che oggi chiamiamo Tetide, con un clima che non aveva nulla a che vedere con le vette gelide di oggi. Proprio in questo luogo tanto diverso dall’attualità, 210 milioni di anni fa, il fango soffice ha registrato il passaggio di svariati giganti: si trattava di prosauropodi, dinosauri erbivori dal collo lungo, che si muovevano in branchi lungo le rive di un'antica piattaforma carbonatica.