E' nato dalla sinergia tra la realtà sanitaria
pubblica e un gruppo di soggetti del terzo settore un piano di intervento di
assistenza medica dei migranti che si è svolto nell'autunno 2014, il periodo in
cui, con l'operazione Mare nostrum, la presenza di migranti, soprattutto
richiedenti asilo da paesi in guerra ha avuto il suo picco in Italia.
Promosso
dall'Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni
migranti si è rivolto a una popolazione non identificata: il requisito per riuscire
a chiedere asilo in un paese diverso dall'Italia è proprio quello di sfuggire
ai controlli identificativi per potersi dichiarare altrove. Una anomalia
determinata dalla Convenzione di Dublino.
Il modello che è stato ripreso per questo specifico intervento è quello dell'assistenza sanitaria ai rom, presente fin dal 2007 nella capitale. Un team composto da un medico, un infermiere e un mediatore che operano in un camper attrezzato ad ambulatorio per 36 ore a settimana. Giovani, senza copertura sanitaria, in prevalenza uomini, in maggioranza eritrei. Tremila ottocento in cinque mesi le persone assistite, suddivise in tre luoghi di accoglienza a Roma (i centri di Selam Palace, via Collatina 385, via delle Messi d'oro).
Il gruppo di intervento è nato con il preciso
proposito di fare rete e proprio in questo aspetto ha trovato la chiave del
successo: prevedeva infatti la presenza di Croce Rossa Italiana - Comitato
Provinciale di Roma, INMP, Medici per i Diritti Umani, Caritas diocesana di
Roma. A coordinare il gruppo, oltre all'Inmp anche il Dipartimento di Prevenzione
della ASL RMB.
Le équipe erano composte
da medici, infermieri, specialisti dermatologi, operatori sociali e mediatori
culturali, personale della ASL RMB, del Comitato Provinciale della CRI, dell’INMP,
Medici per i Diritti Umani e a Cittadini del mondo.
In prevalenza sono state compiute visite di medicina generale e dermatologiche, medicazioni e somministrazione di farmaci. Ogni insediamento ha avuto almeno un’équipe sei giorni su sette (esclusa la domenica), in tutti e tre gli insediamenti. I paesi di provenienza dei migranti sono stati Eritrea in larga prevalenza, Somalia e Sudan. Più del 70 percento è arrivato in Italia approdando in Sicilia.
Quali le diagnosi che hanno ricevuto? In
prevalenza sono stati visitati per patologie dermatologiche (55%), soprattutto
di tipo infettivo quali scabbia, foruncolosi e impetigine (36%). La seconda
categoria di malattie è stata quella del sistema respiratorio: infezioni delle
prime vie aeree, bronchiti e sindromi influenzali. Infine, patologie
dell'apparato digerente: diarrea, dolori addominali, odontalgia e pirosi
retrosternale.
Proprio per la prevalenza di patologie
dermatologiche, l’INMP ha messo a disposizione un servizio di teleconsulto
dermatologico: gli operatori delle équipe
hanno potuto inviare immagini su una piattaforma dedicata e
richiedere pareri su specifici quesiti diagnostici.
Chi aveva bisogno di andare in ospedale ha potuto usufruire del 118, e per quelli che necessitavano di essere isolati perché affetti da malattie infettive come la Tbc è stato attivato il servizio territoriale o la collaborazione dell'Irccs Spallanzani.