fbpx Galassie riciclone | Page 2 | Scienza in rete

Galassie riciclone

Primary tabs

Read time: 2 mins

Osservazioni con il Cosmic Origins Spectrograph (COS) di Hubble hanno permesso di fare luce sui meccanismi che permettono alle galassie di riciclare immensi volumi di gas alimentando continue generazioni di stelle per miliardi di anni.

Osservazioni che si sono concretizzate in tre studi pubblicati su Science, coordinati rispettivamete da Nicolas Lehner (University of Notre Dame di South Bend), Todd Tripp (University of Massachusetts di Amherst) e Jason Tumlinson (Space Telescope Science Institute).
Il potente spettrografo ultravioletto di Hubble è riuscito a tracciare la presenza di ossigeno, azoto e neon negli aloni galattici osservando il passaggio attraverso di essi della luce di un lontano quasar. Ne è uscito un quadro davvero completo di come il materiale che compone l'alone interagisca strettamente con il resto della galassia: la ricaduta del gas verso il piano galattico alimenta nuove generazioni stellari, ma l'energia liberata dai nuovi astri sospinge altro gas nell'alone. Se questo riciclaggio di materiale è correttamente bilanciato, la galassia può dunque permettersi numerose generazioni si stelle. Se, al contrario, la produzione stellare è forsennata, il gas viene irrimediabilmente espulso nello spazio intergalattico e la galassia condannata a un futuro senza stelle.

Anche la nostra Galassia non sfugge alla regola. I ricercatori hanno scoperto che entro 20 mila anni luce dal suo disco vi sono incredibili riserve destinate alla futura produzione di stelle, immense nubi di idrogeno e altri elementi in grado di alimentare la nascita di 100 milioni di stelle come il Sole. In altre galassie questi immensi aloni di gas si estendono ben oltre la loro parte visibile, giungendo persino a 450 mila anni luce di distanza. Nell'alone di una galassia, poi, COS ha misurato una quantità di ossigeno pari a dieci milioni di masse solari, il che significa – fatti gli opportuni calcoli – che quell'alone contiene circa un miliardo di masse solari di gas.

NASA

Autori: 
Sezioni: 
Astrofisica

prossimo articolo

Ponte sullo Stretto e disinformazione scientifica

Nei giorni scorsi la rubrica "Data Room" di Milena Gabanelli è stata dedicata al Ponte sullo Stretto, con una parte sugli studi scientifici sul rischio sismico che lo renderebbero un'opera azzardata. Peccato che le fonti e le argomentazioni utilizzate abbiano rivelato gravi errori e approssimazioni. Si può pensare quello che si vuole sul Ponte, essere giustamente cauti e prendere il tempo che ci vuole prima di passare alla fase esecutiva del progetto. Ma per favore riportiamo con serietà quello che dice la scienza.
Immagine di copertina: Modelli della sorgente del terremoto che ha colpito lo Stretto di Messina il 28 dicembre 1908. Fonte: The Messina Strait Bridge. A Challenge and a Dream, CRC Press, Taylor & Francis Group (2010).

Il dibattito sul Ponte sullo Stretto di Messina si è riacceso in questi giorni, complici la campagna per le elezioni del Parlamento europeo e un articolo pubblicato sul Corriere della sera del 27 maggio a firma di Domenico Affinito e Milena Gabanelli, per la rubrica “Data Room”.