Oltre 135 milioni le tonnellate di rifiuti speciali complessivamente gestiti in Italia nel 2009, di cui 125,5 milioni (il 93% del totale) non pericolosi e 9,5 milioni (7%) pericolosi. Il 57,5% è stato avviato al recupero di materia, il 15,6% al trattamento chimico, fisico e biologico e ricondizionamento dei rifiuti prima dello smaltimento, mentre dritti in discarica sono finiti “solo” il 9,6% dei rifiuti. Lo rende noto l’ISPRA, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, che ogni anno dedica un intero Rapporto al complesso e variegato panorama della produzione di rifiuti speciali nel nostro Paese. I settori che hanno maggiormente prodotto questa tipologia di rifiuto sono, per i non pericolosi, costruzioni e demolizioni e attività manifatturiere, con percentuali pari rispettivamente al 49,8% e 25,8% del totale mentre i rifiuti prodotti dagli impianti di trattamento dei rifiuti “pesano” per il 16,9%. Per i rifiuti pericolosi il settore manifatturiero ha prodotto oltre la metà del totale, esattamente il 52,9%; il 22,7% è attribuibile al settore “servizi, commercio e trasporti”, che ricomprende un quantitativo pari a circa 1,6 milioni di tonnellate di veicoli fuori uso radiati per demolizione dal Pubblico Registro Automobilistico, mentre una percentuale del 16,4% proviene dalle attività di trattamento rifiuti. Il 71,4% (3,9 milioni di tonnellate) dei rifiuti pericolosi prodotti dal settore manifatturiero deriva dall’industria chimica della raffinazione e della fabbricazione di prodotti chimici, articoli in gomma e materie plastiche. Cresce del 5%, rispetto al 2008, la quantità totale di rifiuti speciali esportata all’estero (in tutto 3,2 milioni di tonnellate), in particolare provenienti da processi termici e finiti anzitutto in Germania, mentre ne sono stati importati circa 3,4 milioni di tonnellate, di cui poco più di 9mila pericolosi.
Il dato più eclatante che emerge dal Rapporto Rifiuti speciali dell’ISPRA è quello che riguarda la produzione complessiva: tra 2008 e 2009, infatti, si è assistito a una diminuzione del 7,3% (da 138,6 milioni di tonnellate a 128,5 milioni di tonnellate), riduzione che gli esperti ritengono sia strettamente legata al più basso Prodotto interno lordo italiano negli ultimi anni. Nel dettaglio, la riduzione dei rifiuti non pericolosi è stata di 9,1 milioni di tonnellate, pari a una percentuale del 7,1%, mentre è stato ancora maggiore il calo dei rifiuti speciali pericolosi, scesi in percentuale dell’8,6% (pari a 980mila tonnellate).