fbpx AirProbe International Challenge 2013 | Page 2 | Scienza in rete

AirProbe International Challenge 2013

Primary tabs

Read time: 2 mins

Nell'ambito del progetto scientifico EveryAware, che coinvolge diversi istituti europei coordinati dalla Fondazione ISI, le città di Torino, Londra, Anversa, Kassel (e i rispettivi abitanti) competono per la creazione della migliore mappa collettiva sulla qualità dell'aria.

Quali sono i cittadini più attenti nella percezione e nella misurazione della qualità dell'aria?
Lo stabilirà la AirProbe International Challenge 2013, una nuova iniziativa che a ottobre e novembre mette a confronto le città di Torino (Italia), Londra (Regno Unito), Anversa (Belgio) e Kassel (Germania). Gli abitanti saranno chiamati a tracciare una mappa collettiva dei livelli di inquinamento della propria zona, sia con l'utilizzo di particolari strumenti di rilevazione (i SensorBox) che attraverso l'espressione delle proprie percezioni su piattaforme online.
L'iniziativa nasce nell'ambito di EveryAware, un progetto scientifico europeo coordinato dalla Fondazione ISI di Torino che mira a far crescere la consapevolezza delle persone sulle tematiche ambientali attraverso l'utilizzo partecipativo delle nuove tecnologie di misurazione, comunicazione e informazione.

L'AirProbe International Challenge 2013 si svilupperà in tre fasi:

21 ottobre/3 novembre
Ribattezzati Guardiani dell'Aria, i partecipanti potranno segnalare su Internet i punti inquinati o puliti della loro città, attraverso il gioco online AirProbe. In questo modo nascerà una mappa collettiva basata sulla percezione dell'inquinamento da parte della popolazione.

4 novembre/17 novembre
Entrano in scena gli Ambasciatori dell'Aria: equipaggiati con un particolare strumento di rivelazione chiamato SensorBox, misureranno elettronicamente i livelli di concentrazione degli inquinanti, coprendo le varie zone dell'ambiente urbano. Il risultato sarà una mappa scientifica – il più possibile fedele e capillare – della qualità dell'aria.

18 novembre/1 dicembre
La fase della “consapevolezza” (termine chiave, fin dal nome, dell'intero progetto EveryAware): i Guardiani dell'Aria potranno accedere ai dati ottenuti dagli Ambasciatori, confrontarli con quelli relativi alle proprie percezioni e apportare eventuali modifiche.

La piattaforma online AirProbe, realizzata da Experimental Tribe (progetto di social gaming e computing tutto italiano, realizzato da Fondazione ISI, Università La Sapienza di Roma e Università Ca' Foscari di Venezia), rimarrà attiva e accessibile anche dopo il termine della sfida. AirProbe International Challenge 2013 offre un'opportunità unica per coinvolgere le persone sulle tematiche ambientali, attraverso quegli stessi strumenti di comunicazione e informazione usati nella quotidianità. Grazie alle SensorBox, gli Ambasciatori dell'Aria potranno avere un'idea precisa della quantità/qualità di inquinamento a cui sono sottoposti durante le loro giornate. Inoltre, la combinazione tra le opinioni dei Guardiani e le misure rilevate attraverso le SensorBox degli Ambasciatori sarà un interessante oggetto di studio per comprendere quali dinamiche inneschino l'interesse, la consapevolezza e la modifica dei comportamenti urbani degli individui.

Le istruzioni su come diventare Ambasciatore dell'Aria, Guardiano dell'Aria e tutte le informazioni sull'iniziativa (compresa la possibilità di seguire l'andamento della sfida) sono disponibili su www.everyaware.eu/APIC.

 

Autori: 
Sezioni: 
Canali: 
Aria e salute

prossimo articolo

Quando il genere cambia la ricerca

Il premio ATENƏ del CNR valorizza la gendered innovation, premiando i tre migliori prodotti scientifici che abbiano inglobato nel proprio disegno la prospettiva di genere. I lavori premiati appartengono ai tre diversi settori ERC, cioè Scienze fisiche e ingegneria, Scienze della vita e Scienze umane e sociali, e sono esempi di come l’integrazione della prospettiva di genere fornisca risultati che rispondono maggiormente ai bisogni della società e del mondo produttivo.

Immagine di Freepik

I manichini utilizzati più comunemente per i crash test riproducono l’anatomia del corpo medio maschile. Per rappresentare i corpi femminili, si utilizza una versione in scala ridotta di questi stessi manichini. Quando si testa la sicurezza delle automobili, quindi, non ci sono manichini che modellino le forme femminili né la loro tolleranza alle lesioni, la biomeccanica, l'allineamento della colonna vertebrale e così via. La conseguenza è che le donne riportano lesioni più gravi degli uomini in incidenti analoghi.