fbpx Verso un'alimentazione hi-tech | Scienza in rete

Verso un'alimentazione hi-tech

Primary tabs

Read time: 7 mins

Disturbi alimentari, OGM, sovrappopolazione mondiale, sono soltanto alcuni dei temi legati al cibo che dovremo affrontare nel prossimo futuro, soprattutto a livello di scelte politiche.
Il cibo rappresenta una delle più importanti manifestazioni della capacità dell’uomo di modificare l’ambiente e di utilizzare le risorse naturali per soddisfare i propri bisogni. Di conseguenza, il suo consumo è il modo migliore per analizzare - diacronicamente e diatopicamente - l’evoluzione delle società.
Quali saranno, dunque, le conseguenze sulla nostra alimentazione dei cambiamenti che il mondo contemporaneo sta vivendo in ambito tecnologico?

Droni al servizio dell'agricoltura

Secondo l’ex direttore di Wired Chris Anderson le nuove tecnologie di raccolta dei dati rivoluzioneranno il modo di coltivare il cibo. L’autore dell’influente saggio sulla coda lunga si è dedicato, a partire dal 2007, all’industria dei droni, gli aeromobili a pilotaggio remoto nati in ambiente militare ma ormai impiegati nei settori più diversi. Rendendosi conto, piuttosto di recente, che uno degli ambiti in cui questi apparecchi possono portare un contributo importante è quello agricolo. (Twitter intervista nel box)
“I droni stanno diventando una delle principali fonti di Big Data in una delle principali industrie mondiali, quella dell’agricoltura”, ha affermato durante la conferenza The Atlantic Meets the Pacific del 3 ottobre 2013. In che modo? Sorvolando i campi e mappandoli con lenti a raggi infrarossi, questi strumenti permettono ai coltivatori di conoscere tutte le informazioni necessarie a migliorare il proprio lavoro: la quantità di acqua necessaria, la presenza di parassiti, i pattern di crescita. Insomma, la salute delle piante. Una tendenza globale che consentirà un uso più efficiente delle risorse e un’agricoltura più vicina alle esigenze dei consumatori.
La tecnologia è ancora in fase di sviluppo: “non abbiamo ancora creato il Macintosh dei droni, ma siamo sulla giusta strada”.

Verso il Food Packaging

David Edwards possiede la non comune capacità di concepire idee futuristiche e di trasformarle in realtà. Fondatore di Le Laboratoire, un centro parigino che a partire dal 2007 fa incontrare arte, design e scienza per favorire l’innovazione in diversi campi del saper fare. Gli esperimenti e i workshop ospitati nel primo arrondissement hanno infatti degli sviluppi commerciali con ricadute umanitarie, incentivando processi di conservazione del cibo e riducendo gli sprechi.
Una delle sue ultime trovate è il food packaging commestibile, che a quanto pare sta progressivamente conquistando il mercato statunitense, trasformandone l'industria alimentare.
La sua compagnia WikiFoods ha l'obiettivo di realizzare partnership con diversi produttori di cibo: la prima collaborazione, con uno dei principali rivenditori di yogurt e prodotti caseari del Paese, ha dato vita a una linea di gelati dotati di una pellicola edibile e aromatizzata, venduti in buste di cellophane biodegradabili in due supermercati nell'area di Boston. Il CEO di WikiFoods, Greg Hunt, vede grandi possibilità in questo settore: “Questo packaging può eliminare totalmente la plastica. Porteremo questa tecnologia verso altre applicazioni, dalle zuppe ai cocktail.” 

Stampanti di cibo

Foodini è una stampante 3D che può realizzare oggetti come degli ottimi ravioli. Questo device permette di scegliere tra un vasto numero di ricette o di crearne di nuove attraverso un'interfaccia simile a quella di un tablet. L'unica cosa che bisogna fare col cibo dopo il lavoro di Foodini è... cuocerlo.
Sviluppata da Natural Machines, arriverà sul mercato a metà del 2014, “per incoraggiare le persone a mangiare più sano, ricette fatte in casa” - sostiene Lynette Kucsma, co-fondatrice della start-up spagnola (nonché ex PR manager per Microsoft).
Il target del prodotto non include soltanto case-famiglia e ristoranti, ma anche i consumatori quotidiani, che potrebbero utilizzare Foodini per migliorare il rapporto tra i bambini e alcune tipologie di alimenti.
Un mercato intravisto anche da un grande produttore a livello mondiale come Barilla: la multinazionale di origine italiana sta testando la possibilità di dotare i ristoranti di stampanti tridimensionali per produrre istantaneamente pasta dalle forme più disparate.

Hamburger in provetta

Le cellule staminali: uno dei temi più controversi nel dibattito scientifico (soprattutto italiano). La loro pluripotenza - la capacità di dare origine a una o più linee i cellulari tramite il differenziamento - è tale che molti ricercatori si sono focalizzati su un eventuale impiego a scopo clinico per la cura di diverse patologie.
A quanto pare, le staminali possono essere utilizzate anche in ambito alimentare, entrando a pieno titolo nel ricettario degli chef. Nell'università olandese di Maastricht, lo scienziato Mark Post è infatti riuscito a far crescere un beef burger in provetta (e a portarlo persino al TED). Il muscolo bovino è stato coltivato a partire da cellule miosatelliti, prelevate dal collo di una mucca, normalmente responsabili della riparazione dei tessuti lesionati. Cellule che, in mancanza di vasi sanguigni, si sono moltiplicate a contatto con un siero nutriente, ottenuto - purtroppo - dal sangue di vitellini. Ma l'applicazione delle staminali a scopi nutrizionali sembra una delle strade più promettenti per risolvere i numerosi problemi legati all'allevamento industriale: inquinamento, perdita di biodiversità, qualità della vita degli animali, ecc.
Lo stesso Bill Gates, uno dei padri della tecnologia moderna, è un convinto sostenitore della ricerca sulla carne artificiale, in particolare per l'impiego della soia come fonte di proteine vegetali. Ci sono poi le associazioni animaliste e vegane, che fanno di tutto per mostrare i danni delle abitudini alimentari odierne, anche in termini di consumo di energia e di terreno. La scelta spetta a noi, ma la tecnologia può darci una mano.

Food Hackathon: il contesto hi-tech per il futuro dell’alimentazione...

Qual è il luogo simbolo dell'innovazione e della tecnologia? La Silicon Valley, naturalmente. Un'area nei pressi di San Francisco che ospita migliaia di aziende, evidentemente in grado di far diventare oro qualsiasi progetto.
Ecco perché il Food Hackathon non passerà inosservato: un forum di due giorni svoltosi a metà novembre 2013 in cui personalità di ogni genere si sono incontrate per discutere proposte sul futuro del cibo. L'obiettivo comune era quello di apportare benefici all’intera filiera agroalimentare - dalla produzione alla distribuzione al consumo – ma non c'erano limiti alla fantasia dei partecipanti. Grazie al capitale umano a sua disposizione, la regione californiana vuole rivoluzionare i paradigmi del sistema alimentare USA, utilizzando l'hi-tech per migliorare anche l'impatto sociale del cibo.
Gli ospiti sono stati coinvolti in un contest che premiava la progettazione di hardware e software innovativi.
La vittoria è andata a un team di sviluppatori che in trenta ore ha ideato un blog - con relativa applicazione mobile - per mettere in contatto produttori e consumatori e alimentare così il sistema di domanda e offerta senza passare per intermediari.

 

Droni: la tecnologia scende in campo agricolo
Intervista via Twitter a Chris Anderson (@chr1sa) sull’impiego dei droni in ambito agro-alimentare. 

@chr1sa Quando hai lasciato @WIRED, non era ancora possibile prevedere il successo dei #droni. Immaginavi già lo sviluppo di questo settore?
@filippo_marano Quando ho lasciato @Wired a fine 2012, il mio sito @DIYDrones aveva già cinque anni e la mia azienda @3DRobotics quasi tre.
@filippo_marano Beh, posso dire di aver visto con largo anticipo la crescita dei #droni.
@chr1sa I #droni sono di solito associati agli scopi militari. Credi che possano essere d’aiuto all’umanità anche per obiettivi più sociali?
@filippo_marano Certamente. Esistono centinaia di migliaia di #droni civili, molti dei quali trasportano videocamere per uso personale.
@filippo_marano I #droni vengono già usati anche in molti campi commerciali: dalla mappatura delle coltivazioni alla protezione ambientale.
@chr1sa In che modo i #droni possono contribuire a un’agricoltura migliore e più vantaggiosa, sia per gli agricoltori sia per i consumatori?
@filippo_marano Portando i Big Data nel processo della gestione agricola. Permettendo agli agricoltori di usare la mappatura aerea.
@filippo_marano In questo modo si riducono i costi (acqua, agenti chimici, lavoro) e si aumentano i ricavi (produttività e rendimento).
@chr1sa C’è qualche tipologia di frutta o vegetali particolarmente adatta a essere coltivata con l’impiego dei #droni?
@filippo_marano Qui a @3DRobotics ci concentriamo su coltivazioni ad alto valore aggiunto, come l’uva e le nocciole.
@filippo_marano Tuttavia i nostri clienti, ai quali forniamo la tecnologia, utilizzano i #droni per qualsiasi cosa: dal mais al bestiame.
@chr1sa Da @3DRobotics state lavorando su specifici progetti per il prossimo futuro, che impieghino i #droni in campo alimentare?
@filippo_marano Stiamo lavorando per semplificare più possibile il processo di generazione dei dati attraverso un bottone per la mappatura.
@filippo_marano Stiamo anche creando "multicotteri" a lunga autonomia e aeroplani disegnati per atterrare autonomamente su piccoli terreni.

Articoli correlati

Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

Un ricordo del coraggio visionario di Vittorio Silvestrini

Vittorio Silvestrini è stato uno dei principali promotori della Città della Scienza, progetto nato negli anni ’90 con l'obiettivo di creare un modello di sviluppo innovativo nel Sud Italia. La sua visione andava oltre le politiche tradizionali e, nonostante le difficoltà incontrate e l'incomprensione della politica e dell’accademia, il suo contributo rimane un esempio di coraggio e lungimiranza per il futuro del Mezzogiorno e dell’Italia. Lo ricorda Luigi Amodio.

Nell'immagine di copertina: rielaborazione della foto di Vittorio Silvestrini alla Città della Scienza (1996)

Il fisico Vittorio Silvestrini è scomparso, dopo una lunga malattia, lo scorso 30 agosto, all’età di quasi 90 anni. “Vittorio”, lo chiamerò semplicemente per nome, in ragione della nostra lunga e stretta collaborazione, durata quasi trent'anni. Da quel giugno 1990, in cui cominciai a lavorare con lui e con Vincenzo Lipardi, l’altro vero protagonista della realizzazione di Città della Scienza, fino alla fine del 2017, quando i nostri rapporti si interruppero, soprattutto a causa del peggioramento delle sue condizioni di salute.