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Creare e condividere il proprio orto

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Facilitare la creazione e il mantenimento di orti, meglio se urbani: questa è la mission di Grow the planet, un sito pensato come una community che ogni giorno offre consigli e news sulle tecniche di coltivazione dell'orto, dalla semina al raccolto, attraverso anche altri social media come Seedvillage, Facebook e Twitter, con una grafica che strizza l'occhio al popolare Farmville. L'idea di Gianni Gaggiani e Leonardo Piras di unire l'innovazione tecnologica con le conoscenze più antiche di gestione delle risorse naturali è risultata vincitrice del TechCrunch Disrupt 2011, la competizione internazionale delle start-up di San Francisco.

Ora è disponibile iGTP, la app ufficiale della community, scaricabile gratuitamente sulla pagina dell'Apple Store dedicata. Dopo aver creato il proprio profilo sul sito di Grow the Planet, la app consente di gestire su dispositivi mobili le caratteristiche del proprio orto e condividere le informazioni con gli altri utenti. E' possibile ricevere, in modo ancora più immediato, aggiornamenti e news dal microcosmo di altri adepti di orti, urbani o più tradizionali, monitorare chi si trova nelle vicinanze, contattare gli utenti più attivi e più seguiti e partecipare alle discussioni sulle nuove creature verdi che vengono condivise nella community con immagini o video. Si può, inoltre, imparare da zero come coltivare i propri ortaggi in campagna, in città o sul piccolo spazio di un balcone grazie ai tutorials presenti nella app che consigliano i prodotti più adatti per ciascuna stagione. A queste nuove features si aggiunge poi un database degli ortaggi e dei parassiti più comuni, realizzato con la collaborazione del WWF.


Un video che spiega come funziona la community dell'orto:

                                    [video: http://youtu.be/-TStYThbwKA] 

Un'anteprima di come appare su IPhone la nuova app di GTP:


  

    

Premio giovani ricercatrici e ricercatori


Il Gruppo 2003 per la ricerca scientifica indice la quarta edizione del "Premio giovani ricercatrici e ricercatori edizione 2025" per promuovere l'attività di ricerca e richiamare l'attenzione delle istituzioni e dell'opinione pubblica sulle nuove generazioni di scienziate e scienziati.



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Condannata la Francia per la morte da alghe verdi: ecco cosa è successo

Le alghe verdi nella baia di St Brieuc

Una tragedia sulle spiagge della Bretagna ha scoperchiato un caso di inquinamento ambientale e silenzi istituzionali durato decenni. L’8 settembre 2016 un uomo viene ritrovato morto su una spiaggia del comune di Hillion, e la sua morte è attribuita a cause naturali; ma, dopo una serie di indagini approfondite, si scopre che è legata alla presenza di alghe nella zona, al gas che hanno generato e soprattutto all’agricoltura e agli allevamenti intensivi. Questa vicenda ha portato la giustizia francese a riconoscere per la prima volta la responsabilità dello Stato.

In copertina: Le alghe verdi nella baia di St Brieuc, in Bretagna. Crediti immagine: Denis Brothier/Flickr. Licenza: CC BY-NC-SA 2.0

Jean-René Auffray era un cinquantenne che abitava lungo la costa bretone, appassionato di jogging e in ottima salute. L’8 settembre 2016 è uscito a correre come al solito, ma non ha  più fatto ritorno. Il suo corpo è stato ritrovato vicino alla foce del fiume Gouessant, nel comune di Hillion, e più precisamente nella baia di Saint-Brieuc, che si affaccia sul golfo di Saint-Malo: giaceva in mezzo al fango, circondato da tonnellate di alghe verdi che tappezzavano la spiaggia e il mare fin dall’inizio della primavera.