Non
solo per una mamma che vede il proprio figlio farsi male o un vigile
del fuoco che interviene per salvare un terremotato: condividere
dolore e gioia è una delle esperienze formative cruciali per
ciascuno di noi. Emozione e cognizione cooperano per renderci
capaci a un tempo di comprendere cosa sta accadendo all'altro e
difenderci in situazioni di pericolo.
Le neuroscienze hanno
descritto con crescente accuratezza quali gruppi di neuroni
costituiscono la matrice del dolore, struttura che ci
permettono ad un tempo di percepire dolore e comprenderlo nei nostri
simili.
Lo studio di magnetoencefalografia (MEG) attuato presso
l'ospedale Fatebenefratelli - Isola Tiberina sotto la guida di
ricercatori del consiglio nazionale delle ricerche (CNR-ISTC) e
pubblicato in questi giorni sulla prestigiosa rivista Journal of
Neuroscience,
ha scoperto un meccanismo che
ci mette in sintonia con gli altri quando provano dolore.
Il
grado di condivisione del dolore che prova un nostro simile nel
momento in cui l'ago di una siringa penetra nella nostra mano
dipende da quanto gruppi di neuroni in due aree 'primordiali',
nell'osservatore, si sincronizzano tra loro. Si tratta di una rete
formata dai neuroni della corteccia sensoriale e di quella motoria
(figura 1).
Solo
quando queste due aree entrano in sincronia capiamo le sofferenze
altrui. Anzi, tanto più sono sincronizzata, tanto più percepiamo il
loro dolore.
Le neuroscienze hanno mostrato che l'attivazione
funzionale del nostro cervello è fortemente mediata dalla sincronia
tra le attività di diversi gruppi: questo interscambio crea uno
connessione funzionale essenziale alle percezione e al coordinamento
di qualunque movimento.
Mentre osserviamo il dolore altrui, aumenta l'accoppiamento tra le nostre regioni cerebrali sensoriale e motoria, e questo accoppiamento è tanto più forte quanto più ci sembra che l'altro soffra (figura 2). Emerge così che l'attività di reti funzionali, più che di singole aree, permette la risonanza empatica con l'altro.
Se ricordiamo che le regioni sensoriale e motoria sono le prime a formarsi nello sviluppo embrionale, comprendiamo quanto profonda sia la necessità della condivisione empatica per il nostro sviluppo.