fbpx Rischio alluvioni: stimare il valore dei beni culturali | Scienza in rete

Rischio alluvioni: stimare il valore dei beni culturali di Firenze

veduta aerea di firenze--
Tempo di lettura: 1 min

Le dimensioni del rischio sono tre: pericolosità, vulnerabilità ed esposizione. La prima riguarda gli aspetti puramente fisici, la seconda riguarda l’attitudine dei beni di subire danni, la terza è relativa al valore attribuito. Un recente studio ha stimato il valore attribuito dai cittadini a luoghi e monumenti di Firenze per migliorare la gestione del rischio alluvioni dal punto di vista dell’esposizione dei beni culturali. Valgono di più le chiese o i musei? I patrimoni Unesco o i siti meno conosciuti? Ne parliamo con Fabio Castelli, ordinario di Costruzioni idrauliche e marittime e idrologia all’Università di Firenze e membro del progetto Return.

 

Interviste, sigla e montaggio: Jacopo Mengarelli
Articoli correlati

Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

Ancora qualche considerazione sulla COP30

Torniamo sulla COP30 di Belém, attesa come la “COP della verità”, che ha mostrato limiti e possibilità del negoziato climatico: come commenta Stefano Nespor, poche novità su fossili e foreste, ma nuovi strumenti di sostegno ai Paesi vulnerabili, l’avvio della Belem Mission e un segnale forte a difesa del multilateralismo.

Da lunedì 10 novembre a sabato 22 novembre 2025 si è tenuta a Belém, in Brasile, la COP30. Hanno partecipato circa 50.000 persone. Meno dei 70.000 presenti alla COP28 di Dubai, più dei 25.000 presenti l’anno precedente alla COP29 di Baku (sede non tra le più felici, anche a causa delle tensioni geopolitiche in quel periodo). Un numero ragguardevole, tenuto conto che Belem si trova nel cuore della foresta amazzonica in Brasile e notevoli erano le difficoltà logistiche da affrontare.