fbpx I no vax e il Disordine dei biologi | Scienza in rete

I no vax e il Disordine dei biologi

Primary tabs

Vincenzo D'Anna, presidente dell'Ordine Nazionale dei Biologi. Già senatore di Ala.

Read time: 6 mins

Cinquant’anni, celebrati pericolosamente. A festeggiare il mezzo secolo di attività è l’Ordine Nazionale dei Biologi con un convegno che si terrà venerdì 2 marzo a Roma, nella Sala Congressi del Grand Hotel Parco dei Principi. Posti limitati. Si prevede grande afflusso, anche di non esperti. Non tanto perché attratti dal titolo, New frontiers of biology, normale per un convegno scientifico. Quanto per i contenuti: il convegno annuncia infatti la presenza di una lunga lista di famosi no-vax, che Pier Luigi Lopalco, epidemiologo dell'università di Pisa, ha definito «il gotha dell'antivaccinismo nazionale ed estero».

Si annuncia la presenza, infatti, di Antonietta Gatti, nota per aver pubblicato con il marito, Stefano Montanari, i risultati di uno studio sulla presenza di micro e nanoparticelle nei vaccini. L’articolo, che secondo Lopalco è stato «più volte smentito dalla comunità scientifica» è apparso su una rivista, l’International Journal of Vaccines and Vaccination, che non ha impact factor, ovvero non è presa in considerazione dalla comunità scientifica, mentre ha un editore citato tra i predatory publishers, ovvero tra quelli che pubblicano riviste ad accesso libero per i lettori ma a pagamento per gli autori, spesso senza peer review, la revisione critica da parte di esperti anonimi.

Tra gli invitati al compleanno dell’Ordine dei Biologi, nella sessione dedicata al diritto, c’è anche Paolo Maddalena, già vicepresidente della Corte Costituzionale e, per dirla con Repubblica, «da tempo punto di riferimento per gli antivaccinisti».

Ma la star principali sono quelle internazionali. Primo fra tutti, Luc Montagnier, premio Nobel per la Medicina 2008 (meritatissimo) per la scoperta del virus HIV che causa l’AIDS. Un premio meritatissimo. Peccato che poi il francese si sia fatto paladino di ricerche molto controverse come quelle sulla “memoria dell’acqua”, nel tentativo di farne la base scientifica dell’omeopatia. E come quelle, appunto, sul rapporto tra autismo e vaccini: rapporto più volte smentito dalla comunità scientifica internazionale.

Ma c’è anche l’immunologo israeliano Yehuda Schoenfeld che da alcuni anni va sostenendo l’esistenza di una nuova malattia, la Sindrome Infiammatoria Autoimmune Indotta da Adiuvanti (ASIA), che sarebbe provocata da una serie di sostanze chimiche presenti, tra l’altro, nei vaccini. La proposta di Yehuda Schoenfeld è stata analizzata da un gruppo di ricercatori guidati da Dave Hawkes e da un gruppo di suoi colleghi del Department of Pharmacology and Therapeutics, della University of Melbourne, che nel 2015 in un articolo su PubMed, la US National Library of Medicine degli NIH degli Stati Uniti dal titolo "Revisiting adverse reactions to vaccines: A critical appraisal of Autoimmune Syndrome Induced by Adjuvants (ASIA)" in cui affermano: «At present, there is no evidence to suggest that ASIA syndrome is a viable explanation for unusual autoimmune diseases». A tutt’oggi non c’è alcuna evidenza che suggerisca che la sindrome ASIA sia una spiegazione praticabile delle malattie autoimmuni insolite. Insomma, la proposta di Yehuda Schoenfeld non ha alcuna evidenza scientifica.

Per tutto questo e altro ancora molti ricercatori italiani di biologia stanno protestando con Vincenzo D’Anna, già senatore di ALA, che è stato di recente eletto presidente dell’Ordine dei Biologi. Durante il suo mandato parlamentare, D’Anna ha espresso più volte la sua posizione no vax e con tanta veemenza da essere espulso dall’aula del Senato durante il voto di approvazione per la legge sull’obbligo vaccinale.

Ci sarebbe da chiedersi come mai l’Ordine dei Biologi abbia eletto a grandissima maggioranza a proprio presidente un paladino del movimento no vax. Ma fermiamoci all’oggi. Ora che D’Anna è presidente dell’Ordine, molti biologi lo accusano, in buona sostanza, di tradimento della scienza. Il nuovo presidente avrebbe trasformato un’occasione istituzionale importante, i 50 anni dell’Ordine, in un convegno, appunto, no vax.

D’Anna protesta. Le notizie «in merito al fatto che il convegno internazionale indetto dall'Ordine dei Biologi per il prossimo 2 marzo, sia finalizzato a sostenere tesi contrarie ai vaccini ed alla legge che ne fa obbligo alle famiglie italiane, sono destituite di ogni fondamento». E continua: «La presenza, tra gli altri, del premio Nobel Luc Montagnier, quella di eminenti scienziati italiani e stranieri ed i relativi argomenti che questi tratteranno, come quelli sulla neurotossicità dei metalli e sugli inquinanti ambientali della Terra dei fuochi, confutano palesemente personali e malevole interpretazioni che lasciano il tempo che trovano […] L'unico a trattare tematiche inerenti la tossicità dei vaccini sarà il professor Giulio Tarro che, per storia personale e scientifica, non può che essere annoverato tra gli estimatori della pratica vaccinale».

La difesa di D’Anna non convince la gran parte della comunità scientifica. È indubbio, sostengono, che il convegno raduni, come sostiene Pier Luigi Lopalco: « il gotha dell'antivaccinismo nazionale ed estero». Che questo sia inaccettabile per un Ordine che, invece, dovrebbe difendere il rigore scientifico.

Ma le reazioni non si fermano alla polemica. Si annunciano già azioni concrete. Ma lasciamo la parola a Gerolamo Lanfranchi, Direttore del Dipartimento di Biologia Università degli Studi di Padova, che ha scritto una lettera aperta a D’Anna, in cui lo invita a riformulare l’agenda del convegno di compleanno dell’Ordine dei Biologi, pena quella che potremmo definire una crisi istituzionale: l’indisponibilità dei biologi padovani a contribuire allo svolgimento degli esami di Stato per i biologi.

Onorevole Senatore D’Anna,

leggo dalla stampa che Lei ha organizzato il prossimo 2 marzo in Roma, in occasione del cinquantenario dalla fondazione dell’Ordine dei Biologi, il convegno internazionale “New Frontiers in Biology”. Tra i relatori, come leggo nel programma fornito dal sito web dedicato, sono invitati alcuni ricercatori che hanno pubblicato o propagandato risultati scientifici mai suffragati ed anzi più volte smentiti dalla comunità scientifica, che vorrebbero dimostrare la pericolosità dei processi di vaccinazione.

Io penso che tale iniziativa, sostenuta da un Ente che dovrebbe avere come primo riferimento il metodo scientifico e che rilascia un titolo riconosciuto dallo Stato agli studenti che noi docenti universitari in tale metodo formiamo, sia assolutamente censurabile e deleteria per la corretta informazione e formazione dell’opinione pubblica e della comunità dei biologi.

Le chiedo con forza e con convinzione di annullare tale iniziativa, che non potrà in ogni caso essere emendata con un tardivo invito a ricercatori che abbiano invece opinioni e dati scientifici corretti sull’efficacia e indispensabilità dei vaccini.

Il Dipartimento di Biologia dell’Università di Padova, che ha i titoli per formulare questa richiesta, essendo stato valutato dall’Agenzia per la Valutazione dell’Università e della Ricerca nei due cicli della VQR quale miglior Dipartimento di Biologia per la qualità della sua ricerca, si associa solidale a questa protesta e richiesta.

Mi lasci concludere, senatore d’Anna, che la mancanza di un annullamento di tale iniziativa non potrà che compromettere gravemente la disponibilità di noi biologi padovani al contributo che da anni forniamo allo svolgimento degli esami di Stato per i biologi in sede locale.

Con cordiali saluti,

Gerolamo Lanfranchi
Professore ordinario di Genetica
Direttore del Dipartimento di Biologia
Università degli Studi di Padova


Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

Trump mette il miliardario Isaacman a dirigere la NASA. Cosa succederà?

Rompendo la tradizione che vuole che la scelta dell’Amministratore della NASA cada su un politico oppure su un astronauta di lungo corso, Trump ha nominato un miliardario di 41 anni che è stato nello spazio due volte come astronauta privato. Ecco la storia rocambolesca di questo outsider che probabilmente ci stupirà. Nell'immagine, l’equipaggio di Inspiration4 da sinistra Chris Sembroski, Sian Proctor, Jared Isaacman e Hayley Arceneaux, la prima astronauta con una protesi.  (credito Inspiration4)

Tra le nomine annunciate della prossima amministrazione Trump ce n’è una assolutamente fuori dagli schemi che però sta ricevendo apprezzamenti da più parti. Rompendo la tradizione che vuole che la scelta dell’Amministratore della NASA cada su un politico oppure su un astronauta di lungo corso dell’agenzia, il presidente eletto ha annunciato che la poltrona sarà occupata da Jared Isaacman, un imprenditore miliardario di 41 anni, che è stato per due volte nelle spazio come astronauta privato.