fbpx La fusione dei ghiacci: il Plateau Rosa | Scienza in rete

La fusione dei ghiacci: il Plateau Rosa

Tempo di lettura: 2 mins
--

Il Plateau Rosa (3 500 m s.l.m) è un ghiacciaio situato nella Valtournenche, in Valle d’Aosta, al confine italo-svizzero con il comune di Zermatt nel cantone Vallese. Questo ghiacciaio si presenta come un pianoro perennemente ghiacciato, delimitato a Nord dal Piccolo Cervino (3 883 m), a Est dal Breithorn Occidentale (4 165 m), a Sud dalla Gobba di Rollin (3 899 m) e a Ovest dalla Testa Grigia (3 480 m) e dal Colle del Teodulo (3 290 m). Oltre all’essere una meta ampiamente frequentata durante la stagione invernale, il ghiacciaio del Plateau Rosa è particolarmente noto e apprezzato per lo sci estivo. La sua altitudine, infatti, permette di avere piste da sci disponibili tutto l’anno. I primi ad arrivare sul ghiacciaio con degli impianti di risalita furono gli italiani, con l'apertura nel 1938 della prima funivia da Breuil-Cervinia (Valtournenche). Dagli anni Sessanta e Settanta si iniziò a praticare lo sci estivo sul ghiacciaio grazie alla costruzione di alcuni skilift gestiti dalla società Cervino S.p.A. della famiglia Cravetto. Nel 1981, contemporaneamente all'inaugurazione della Funivia del Piccolo Cervino dal versante di Zermatt, gli skilift passarono in gestione agli svizzeri, essendo il ghiacciaio in territorio elvetico.

Le temperature sempre più alte degli ultimi decenni, però, hanno reso arduo il mantenimento dell’apertura estiva del ghiacciaio portando a una chiusura anticipata e a tanti lavori di manutenzione. Nelle aree di montagna, nelle Alpi e quindi anche in Valle d’Aosta, il riscaldamento è maggiore rispetto ad altre parti del pianeta (IPCC 2019). Dal periodo preindustriale nelle Alpi le temperature medie annue sono aumentate di circa 2°C, più del doppio di quanto misurato a livello globale (1,1 ± 0,1°C). In Valle d’Aosta, nello specifico, si è verificato un riscaldamento di circa 1,7°C rispetto al periodo 1974-1995. In assenza di adeguate politiche di contenimento dell’emissione di gas serra l’incremento medio delle temperature potrà arrivare a +4,1°C al 2050, generando effetti irreversibili sulle attività antropiche. Se le condizioni climatiche continueranno a essere simili a quelle degli ultimi anni, la vita dello sci estivo volgerà presto al suo termine.

Per far fronte a queste problematiche, la Regione Autonoma Valle d’Aosta ha sviluppato una Strategia Regionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici con la volontà dell’Amministrazione regionale di dotarsi di uno strumento adeguato alla definizione di una visione partecipata e condivisa del territorio tesa a promuovere, in un orizzonte di breve/medio periodo, uno sviluppo sostenibile adattato alle nuove condizioni climatiche. L’obiettivo principale è, dunque, quello di riuscire ad adattarsi a questo cambiamento e a capire come modificare il turismo legato a queste località di alta montagna.

 


Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

Solo il 3,5% delle città europee monitorate ha una buona qualità dell’aria

Inquinamento atmosferico cittadino

Solo 13 città europee tra quelle monitorate su 370 circa rispettano il limite OMS di 5 microgrammi per metro cubo annui di PM2,5. La svedese Uppsala è la prima. Nessuna di queste è italiana. Nonostante la qualità dell'aria e le morti associate sono in continuo calo in Europa, serve fare di più.

Immagine: Uppsala, Lithography by Alexander Nay

La maggior parte delle città europee monitorate non rispetta il nuovo limite dell’OMS del 2021 di 5 microgrammi per metro cubo all’anno di concentrazione di PM2,5. L’esposizione a particolato atmosferico causa accresce il rischio di malattie cardiovascolari, respiratorie, sviluppo di tumori, effetti sul sistema nervoso, effetti sulla gravidanza.