Ma di cosa si lamenta l’Università pubblica italiana? Non è forse vero che si è trovato il modo di incrementare il suo finanziamento di un miliardo di euro? No, non è vero.
Come ben dimostra Walter Tocci in un suo articolo apparso su Europa il 12 novembre, il miliardo di cui si parla nell’emendamento presentato da Tremonti alla legge di stabilità è diviso in 800 milioni di euro per compensare (parzialmente)i tagli al fondo di finanziamento ordinario (FFO) e per finanziare il piano di concorsi per professore associato promesso dalla Gelmini, 100 milioni per il diritto allo studio e 100 milioni per sgravi alle imprese che investono in ricerca. Ma com’è fatta la struttura fine di questo apparente finanziamento? Per quanto riguarda gli 800 milioni questi vanno a compensare: un taglio di 126 milioni di euro previsto dalla legge di stabilità prima della presentazione di questo emendamento; la mancata erogazione di 550 milioni previsti da Padoa Schioppa come contributo integrativo e non confermati da questo Governo; il mancato incremento di 400 milioni provenienti dal condono una tantum sul rientro dei capitali all’estero.
La somma è presto fatta: 126+550+400=1076 milioni di euro sottratti, compensati solo da 800 milioni assegnati. Un taglio di 276 milioni di euro rispetto all’anno in corso. Con l’aggravante che negli 800 milioni ci sta anche il finanziamento del progetto di assunzioni straordinarie di professori associati, voluto dal governo per cercare di risolvere maldestramente la sacrosanta protesta dei ricercatori.
Bene (anzi male), ma per lo meno viene finanziato il diritto allo studio. Sbagliato! La legge di stabilità prevedeva un taglio di 96 milioni di euro, l’emendamento ne introduce 100 milioni: risultato netto + 4 milioni. Si rimane insomma essenzialmente all’ammontare, del tutto insufficiente, di questi ultimi anni. Con buona pace per il dettato costituzionale.
E su questa base di flessione dei finanziamenti si vorrebbe approvare la “riforma epocale” dell’Università pubblica del nostro Paese (il cosiddetto disegno di legge Gelmini). Ma il ricatto, accettato da molti attori di questa tristissima vicenda, è “riforma contro finanziamenti”. Non è un caso che il FFO di quest’anno è stato già erogato alle università non-statali che non sono toccate dalla “riforma Gelmini”, ma non è stato ancora erogato per le università statali. E i bilanci e la contabilità? Creativa, come insegna anche troppo bene questo Governo.