fbpx Il comitato scientifico boccia il metodo Stamina | Page 2 | Scienza in rete

Il comitato scientifico boccia il metodo Stamina

Read time: 1 min

Il ministro della Salute non ha ancora ricevuto alcuna comunicazione. E’ quanto si legge dal comunicato diramato in serata dal portavoce del Ministro Beatrice Lorenzin. Ma secondo un’anticipazione dell’agenzia Ansa, il Comitato scientifico chiamato a esprimersi sul metodo Stamina avrebbe espresso parere negativo. Per gli esperti nominati dal ministro, dunque, la metodologia messa a punto da Davide Vannoni non avrebbe consistenza scientifica, mancherebbero le basi per giustificare l’avvio della sperimentazione. Sperimentazione peraltro già autorizzata dal Parlamento con un finanziamento di 3 milioni di euro. Il parere del comitato non è comunque vincolante, ma è ritenuto uno strumento di approfondimento scientifico che viene messo a disposizione del ministro.

"Non mi aspettavo niente di diverso dal Comitato scientifico. Credo che non sia comunque un comitato imparziale, visto che il 70% dei suoi membri si era espresso contro il metodo Stamina prima ancora di essere nominato", ha commentato il presidente di Stamina Foundation, Davide Vannoni.

La bocciatura fa seguito a mesi di polemiche e dibattiti. Da un lato molti scienziati si sono pronunciati contro il metodo, accusandolo di mancanza di base scientifica, dall'altro lato le associazioni di malati e familiari a favore della libertà di cura con le staminali hanno invece sostenuto Vannoni.

Autori: 
Sezioni: 
Dossier: 

prossimo articolo

Alimentazione sostenibile: imparare dalla preistoria

Dimostrazione cottura preistorica

Il progetto  Onfoods in prehistory ha voluto comprendere e ricostruire l’eredità di una agricoltura sostenibile nata nella preistoria, migliaia di anni, fa e in grado oggi di rappresentare un modello di riferimento. E lo ha fatto con particolare attenzione alla condivisione di questi valori con un pubblico più ampio possibile, sottolineando quanto si può imparare dalla ricerca archeologica e dalle comunità dell’età del Bronzo in termini di alimentazione sostenibile. Ce ne parla il gruppo di ricerca che ha portato avanti il progetto.

Nell'immagine: attività di archeologia sperimentale dimostrativa con cottura di una zuppa di lenticchie e una di roveja, con ceramiche riprodotte sperimentalmente sulla base dei reperti ceramici del villaggio dell’età del Bronzo di Via Ordiere a Solarolo (RA).

Pluridecennali ricerche sul campo, condotte da Maurizio Cattani, docente di Preistoria e Protostoria dell’Università di Bologna, e dal suo team, hanno permesso di riconoscere nell’Età del Bronzo il momento in cui si è definito un profondo legame tra la conoscenza del territorio e la sostenibilità della gestione delle sue risorse. Questa caratteristica ha infatti consentito alle comunità dell’epoca di prosperare, dando vita a villaggi sempre più stabili e duraturi nel corso del tempo.