fbpx Ossigeno intorno a Dione | Scienza in rete

Ossigeno intorno a Dione

Read time: 1 min

Gli strumenti a bordo della sonda Cassini, in orbita dal 2004 nel sistema di Saturno, hanno permesso di scoprire una tenue atmosfera intorno a un altro satellite: dopo Rea, infatti, è la volta di Dione e del suo rarefatto involucro di ossigeno.

La scoperta, pubblicata su Geophysical Research Letters, è opera di Robert Tokar (Los Alamos National Laboratory) e dei suoi collaboratori che, insospettiti dalla presenza di ozono rilevata dal telescopio spaziale Hubble, hanno tenuto d'occhio con particolare attenzione ciò che accadeva durante il flyby di Dione nell'aprile 2010. Come sperato, in tale circostanza lo spettrometro al plasma della sonda (CAPS – Cassini Plasma Spectrometer) rilevava intorno al satellite la presenza di ioni di ossigeno.

Il gas è davvero rarefatto – 90 mila atomi ogni metro cubo – con una concentrazione dunque paragonabile a quella che si può misurare nella nostra atmosfera a 480 chilometri di quota. Ancora non è chiaro quale sia la sua provenienza. Una possibile spiegazione chiama in causa i fotoni solari e le particelle cosmiche che, colpendo la superficie ghiacciata del satellite, liberano molecole di ossigeno. Sul banco degli imputati, però, siede anche l'intensa magnetosfera di Saturno e l'intenso flusso di particelle cariche che costantemente essa scaglia contro la superficie di Dione. Non si può comunque escludere che possa essere attivo anche qualche processo di tipo geologico.

NASA  -  Los Alamos Laboratory

Autori: 
Sezioni: 
Astronomia

prossimo articolo

La Valle dei dinosauri ritrovata nel Parco dello Stelvio

parete di roccia

Nel cuore delle Alpi, a 2500 metri di quota, si conserva la memoria di un mondo perduto. Pareti quasi verticali di Dolomia Principale, un tipo di roccia sedimentaria, custodiscono migliaia di impronte lasciate 210 milioni di anni fa da dinosauri erbivori che camminavano lungo le rive di un mare tropicale ormai scomparso. Una scoperta eccezionale, avvenuta nel Parco Nazionale dello Stelvio, che apre una finestra senza precedenti sul Triassico europeo e sulla vita sociale dei primi grandi dinosauri.

Prima della formazione delle Alpi, qui esisteva un paesaggio incredibilmente differente. Immaginate una distesa tropicale pianeggiante, lambita dalle acque di un oceano poco profondo e ormai scomparso che oggi chiamiamo Tetide, con un clima che non aveva nulla a che vedere con le vette gelide di oggi. Proprio in questo luogo tanto diverso dall’attualità, 210 milioni di anni fa, il fango soffice ha registrato il passaggio di svariati giganti: si trattava di prosauropodi, dinosauri erbivori dal collo lungo, che si muovevano in branchi lungo le rive di un'antica piattaforma carbonatica.