fbpx Quella strana nebbiolina | Scienza in rete

Quella strana nebbiolina

Read time: 2 mins

Le immagini raccolte dal satellite Planck mostrano nella regione del centro galattico la presenza di una misteriosa emissione di microonde, una sorta di nebbia diffusa sulla cui origine non si sa praticamente nulla.

Il tipo di emissione in gioco è ben noto agli astronomi ed è riconducibile alla radiazione di sincrotrone, generata quando un elettrone è costretto da un intenso campo magnetico a compiere un percorso a spirale. Anziché diminuire man mano ci si sposta verso frequenze più elevate, però, l'intensità della misteriosa emissione proprio non mostra alcuna diminuzione, dunque non è riconducibile ai meccanismi astrofisici standard.

Le possibili spiegazioni prese in considerazione sono molteplici. Si va dall'idea che questa radiazione sia riconducibile alla materia oscura del centro galattico e alla sua annichilazione all'ipotesi che sia il risultato dell'azione di potenti venti galattici. Poiché gli elettroni coinvolti nella radiazione di sincrotrone vengono accelerati dalle esplosioni di supernova, viene però anche presa in considerazione la possibilità che la nostra stima della frequenza di supernovae sia sottodimensionata.

Nel corso del convegno tenutosi a Bologna, in cui sono state illustrate le ultime scoperte della missione Planck, i ricercatori hanno presentato anche l'individuazione di enormi aggregazioni di gas galattico finora sfuggite a ogni osservazione. La scoperta di queste gigantesche nubi, composte principalmente da idrogeno e destinate ad alimentare la formazione di nuove stelle, è stata possibile grazie all'emissione del monossido di carbonio, una radiazione alla portata degli strumenti di Planck.

Al di là di queste importanti scoperte astrofisiche, però, gli astronomi non vedono l'ora che vengano rilasciati i primi risultati cosmologici della missione. Attesi per l'inizio del 2013, sono infatti i dati riguardanti il fondo cosmico a microonde e l'universo neonato gli obiettivi primari della missione Planck.

ESA - INAF - NASA

Autori: 
Sezioni: 
Astrofisica

prossimo articolo

ToMove: le strade di Torino diventano un laboratorio della mobilità

Immagine della navetta a guida autonoma del progetto ToMove di Torino

Il progetto ToMove è un'iniziativa strategica della Città di Torino, finanziata nell'ambito del programma nazionale "MaaS for Italy". Concepito come un Living Lab, ToMove mira a co-sviluppare e testare soluzioni avanzate di mobilità che utilizzano tecnologie di guida cooperativa, autonoma e connessa. L'approccio di Torino privilegia la sperimentazione in condizioni reali e il coinvolgimento diretto di cittadini, imprese ed enti di ricerca. I tre dimostratori principali sono una navetta a guida autonoma, un Digital Twin della mobilità urbana e piccoli robot utilizzabili per le consegne a domicilio. Crediti immagine: Torinocitylab.it

Grazie al progetto ToMove a Torino, in piena città, su un normale circuito viario aperto anche al traffico privato, che si snoda attorno al Campus Einaudi e all'ospedale adiacente, da ottobre circola una navetta sperimentale a guida autonoma: i cittadini possono salire come su un qualsiasi mezzo pubblico (con la differenza che qui il servizio è su prenotazione e gratuito) e viaggiare lungo le cinque fermate coperte dal mezzo, basta prenotare sull’apposita app Wetaxi.