fbpx Più veloci della luce??? | Scienza in rete

Più veloci della luce???

Read time: 2 mins

La più grande scoperta del secolo, anzi, la più grande dai tempi di Galileo. Antonio Zichichi prende il telefono e avvisa la redazione de Il Giornale che il mondo della fisica sta per essere scosso dalle fondamenta: nei Laboratori del Gran Sasso (qui un articolo di Lucia Votano), infatti, si osserva che i neutrini "sparati" dal Cern di Ginevra viaggerebbero a velocità superiore a quella della luce. Dunque coprirebbero i 730 km che separano Ginevra dal Gran Sasso in meno dei 2,4 millisecondi registrati finora. Impossibile, secondo la teoria della relatività ristretta. Ma se fosse vero, buona parte della fisica andrebbe ripensata.
L'estroso professore siciliano è eccitato, e nell'eccitazione viola l'embargo. La comunicazione dei Laboratori del Gran Sasso infatti non è ancora stata pubblicata, perché proprio in queste ore stanno facendo i necessari controlli proprio per verificare che l'incredibile risultato non sia dovuto a un errore (come peraltro riferisce lo stesso Zichichi). Eventualità, peraltro, presa in seria considerazione da molti fisici.
Non resta allora che aspettare - con i piedi per terra e rispettando i tempi e le regole della comunità scientifica - la comunicazione ufficiale. I neutrini sono le seconda particella più diffusa nell?univrso dopo i fotoni. recenetmente, un esperimento sempre ai Laboratori del Gran Sasso aveva osservato per la prima volta la mutazione dei neutrini da munici in tauonici (vedi articolo su Scienzainrete). Ora, un altro, sconvolgente (forse impossibile) colpo di scena. 

Autori: 
Sezioni: 
Neutrini

prossimo articolo

Cosa sanno davvero le neuroscienze su sesso, genere e identità?

cervello con elementi grafici

Uno studio pubblicato su Behavioral Sciences mette in discussione l’idea di un cervello rigidamente “maschile” o “femminile”, proponendo una lettura basata sulla complessità delle reti neurali: le differenze legate al sesso biologico, spiega l'autore, esistono ma si sovrappongono ampiamente, mentre il genere lascia tracce più diffuse, legate a emozioni e cognizione sociale. L’identità emerge così come il risultato dinamico di biologia, esperienza e contesto culturale.

Un anno fa, su queste pagine, si raccontava di uno studio che aveva fatto molto discutere: in quasi cinquemila preadolescenti, sesso biologico e genere sembravano lasciare “impronte” in reti neurali in parte diverse, suggerendo che ciò che chiamiamo sesso e ciò che chiamiamo genere non coincidono neppure nel cervello.